Vuole "segnali più forti" Matteo Salvini. E le riaperture annunciate per il 26 aprile, sulla carta, non bastano perché alla prova del calendario l'Italia e gli italiani torneranno a respirare molto più in là. Per questo, spiega Francesco Storace nel suo retroscena sul Tempo, il leader della Lega è intenzionato a chiedere una "verifica di governo" lampo, dopo poche settimane dalla formazione di questa maggioranza. "Se le discoteche sono chiuse, a Palazzo Chigi si balla", assicura il quotidiano romano.
"Siamo al governo per curare e rilanciare l'Italia, ci vogliono coraggio e riaperture", è la sfida di Salvini a Mario Draghi e Roberto Speranza. "La Lega proporrà in Consiglio dei Ministri e in Parlamento, in accordo con Sindaci, Governatori e associazioni, la riapertura dai primi di maggio anche delle attività al chiuso e l'estensione almeno fino alle 23 della possibilità di uscire". Misure che fanno tremare chi, come Massimo Galli, Andrea Crisanti e lo stesso Speranza, vorrebbero un paese in "lockdown sanitario" vita natural durante, o quasi, visto che la campagna vaccinale non sta andando come previsto (e promesso). Salvini si fa forte di un dato politico, sintetizzato da Storace: "Non ci può essere egemonia di una sinistra minoritaria nel Paese sul governo di salvezza nazionale sollecitato dal presidente della Repubblica". E Draghi "dovrà sottrarsi a chi lo tira per la giacchetta contro categorie ancora indicate come soggette alla pratica dell'evasione fiscale persino quando rischiano il fallimento per la chiusura delle attività".
Travaglio e Vauro, l'ultima porcheria sul "Fatto": Matteo Salvini ubriaco "buca" il coprifuoco
No, sul Fatto Quotidiano il copione non cambia. Mai. Il giornale diretto da Marco Travaglio che ancora si ostina a rimpi..."Se quel «rosso» che piace tanto al ministro Speranza deve diventare il colore di un governo che non riapre - è il ragionamento di Storace, ma forse anche quello di Salvini -, è evidente che è un sacrificio che non si può chiedere anche a un centrodestra che sostiene l'esecutivo con lealtà". E di colpo la polemica non è più solo su Speranza, ma sulle intere politiche di un governo che a parole sembra smarcarsi da quello giallorosso di Conte, ma che sotto sotto, nei fatti, sembra ancora legato a quelle stesse logiche perverse che hanno tenuto imprigionato un Paese per un anno, anche oltre l'emergenza Covid.