Silvio Berlusconi e Licia Ronzulli, la crociata di Forza Italia contro il coprifuoco: "Ristoranti aperti, non ha più senso"
Onorevole Licia Ronzulli, secondo lei com' è stata gestita l'emergenza Covid?
«Ci sono aspetti della nostra sanità che vanno migliorati, come la medicina territoriale. Di certo però non si può immaginare un ritorno a una centralizzazione stile anni '70, smantellando quanto di buono si è fatto per una sanità più efficiente negli ultimi decenni come, invece, vorrebbe la sinistra».
Cosa prevede per i prossimi mesi?
«L'estate che arriverà, dopo un anno orribile durante il quale abbiamo però anche capito come si muove il virus, non può essere peggiore dell'anno scorso, è impensabile».
Il cambio della guardia a Palazzo Chigi su cosa ha influito?
«Si è scelto di operare, finalmente, coniugando le esigenze sanitarie con quelle economiche, per evitare che le conseguenze della pandemia facciano più vittime del Covid stesso».
Fra una settimana riapriranno molte attività, anche se resta il coprifuoco e i virologi sono molto scettici. Tocca alla politica decidere?
«La politica non può tirarsi indietro. Il parere degli esperti è fondamentale, ma è il governo a dover scegliere cosa fare in base ai dati forniti dagli scienziati. Il rischio zero non esiste. Gli italiani hanno dimostrato di essere responsabili e non devono accontentarsi ancora di aperture al minimo sindacale».
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Per esempio?
«Non possiamo essere vittime della sindrome di Cenerentola. Riaprendo i ristoranti anche la sera, bisogna andare necessariamente oltre il coprifuoco. Se si allungano i tempi si diluiscono anche gli assembramenti. E se posso...».
Prego, dica pure...
«I ristoranti devono poter fare i tamponi rapidi ai clienti per essere ancora più sicuri. Ma serve il personale e gli sgravi fiscali, o contributi che coprano i costi. Solo così la capienza potrà andare oltre il 50%».
A fronte di tutto questo, però, il nodo vero è ancora quello della vaccinazione?
«I vaccini sono la chiave per tornare alla normalità, l'unico modo per salvare l'economia. Servono più dosi e personale per vaccinare a tappeto. Ho presentato un emendamento, in discussione al Senato, per abilitare alla somministrazione del vaccino anche le 2700 infermiere volontarie, che molti chiamano "crocerossine"».
La sua battaglia per i vaccini obbligatori per il personale sanitario le ha portato non poche minacce. Vicenda chiusa?
«Purtroppo no, ma non mi fermeranno, né ora né mai».
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Lei si sta occupando anche della riforma della Giustizia. A che punto siamo?
«Noi di Forza italia lo chiediamo da anni, abbiamo vissuto sulla nostra pelle l'uso politico della giustizia, subìto dal nostro presidente, Silvio Berlusconi. Serve urgentemente una riforma. Matteo Salvini ha difeso i confini italiani ed europei e ha preso una decisione politica, collegialmente con il resto del governo di allora: Giuseppe Conte, Danilo Toninelli e gli altri. Ha agito per il bene del Paese».
Poi ci sono le Amministrative...
«Il centrodestra deve incontrarsi al più presto per riprendere da dove si è interrotto a causa della crisi di governo».
A Milano c'è il rebus Albertini. Sarà lui il candidato del centrodestra?
«È senza dubbio il sindaco che, negli ultimi decenni, ha lasciato un segno, anche urbanistico, nella città. È stato un innovatore ed è molto amato, è ancora nel cuore dei milanesi. È una risorsa per Milano e dunque anche per la coalizione, per superare la stagione dell'apparenza di Sala».