Enrico Letta, il piano per prendersi Forza Italia e spaccare il centrodestra
Quella frase pronunciata da Corrado Formigli a PiazzaPulita sottintende un piano preciso. "Non escludo alleanze con Silvio Berlusconi", ha detto in diretta Enrico Letta. Una dichiarazione bomba. Alla quale ne ha fatta seguire un'altra: "I nostri ministri vanno molto d'accordo con quelli di Forza Italia", ergo Brunetta, Gelmini, Carfagna. Insomma, un patto tra Pd e azzurri è possibile anche oltre la chiamata di Sergio Mattarella per sostenere il governo di Mario Draghi. In prospettiva si potrebbe creare quell'assetto riformista e anti-sovranista che a Bruxelles si riconosce nella maggioranza Ursula.
"In Europa siamo alleati e in Cdm Brunetta, Carfagna e Gelmini sono quelli che vanno più d'accordo con i nostri ministri, fanno le cose insieme senza problemi", ha detto a chiare lettere il segretario del Pd da Formigli. Certo ha pure precisato che "con Salvini andremo divisi alle elezioni". Ma con Forza Italia, appunto, il discorso è diverso. Nel partito del Cav c'è un'ala più moderata e antisovranista che di fatto è stata quella premiata da Draghi nella formazione del governo. Ora Letta, riporta La Repubbllica, potrebbe provare a disarticolare il campo avversario cercando di sottrarre al centrodestra la gamba decisiva per scalare Palazzo Chigi. Un piano preciso ancora non c'è. "Molto dipenderà dalla durata della legislatura", riflette un big del Pd: "Se si va a scadenza naturale ci sarà più tempo perché alcuni processi arrivino a maturazione, altrimenti sarà più complicato".
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Ma l'avvicinamento è già abbastanza evidente e sarebbe dimostrato anche dalla freddezza con cui i tre ministri forzisti (tutti molto vicini a Gianni Letta, zio di Enrico) hanno accolto le uscite di Salvini sulle riaperture, rilanciate invece dal coordinatore nazionale Antonio Tajani. Né hanno offerto sponde agli attacchi contro il ministro della Salute Roberto Speranza che Fratelli d'Italia vuole sfiduciare.
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La possibilità di un'intesa si vedrà in Parlamento. Vedremo se ci sarà accordo, per esempio, sull'elezione del presidente della Repubblica, "Insieme a Berlusconi sosteniamo la von der Lyen e nei mesi scorsi avevamo già provato a formare una maggioranza Ursula", ricorda il dem Enrico Borghi: "Segno della volontà di dar vita a una coalizione europeista che governi anche dopo il 2023".