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Matteo Salvini, altra stoccata a Roberto Speranza: "Il suo libro sul Covid è di una volgarità, un'arroganza che non merita commenti"

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Matteo Salvini mette i paletti: "Io sto al governo per aiutare il mio Paese. E ci siamo per rimanerci, finché serve che ci stiamo, non siamo in metropolitana... Ma non per il gusto di stare al governo. Stiamo lavorando a un estate post-bellica, che sia l’inizio di un Rinascimento non solo economico ma anche mentale". Una chiara frecciatina, quella del leader della Lega, al ministro della Salute Roberto Speranza che non manca di frenare gli aperturisti. L'esponente di Leu lo ha fatto anche oggi in occasione di un'intervista al Corriere della Sera. E così a sua volta il numero uno del Carroccio vuole rassicurare gli italiani chiedendo a gran voce parziali e in totale sicurezza aperture.

Non solo, perché nel mirino di Salvini c'è lo stesso Speranza, a capo di un dicastero che si è rivelato fallimentare durante la pandemia. A maggior ragione se si ricorda la pubblicazione, ritirata prontamente, dell'opera del ministro sulla fine dell'emergenza coronavirus: "Del libro del ministro Speranza abbiamo solo la copertina, quattro giorni prima di chiudere tutto, il ministro era pronto a spiegarci che stavamo guarendo. Penso sia di una volgarità, di una arroganza che non merita commenti e spero possa tornare in libreria così gli italiani possono leggere quale è stata la gestione disastrosa della pandemia".

Nonostante questo il leghista si dice ben lontano dal considerare le aperture e le chiusure un "derby": "Io sono per la scienza, per i dati. La salute può condividere con il diritto allo studio, con il lavoro. Il no a prescindere alle aperture non credo sia scientifico". Il tempo però scorre velocemente. Motivo per cui l'ex ministro non può "più tollerare da cittadino italiano la vaghezza". "Fossi stato ministro dell’Interno - ha ammesso - ieri sarei andato anche io in piazza con i miei poliziotti alla manifestazione, per i ministri oggi essere in prima linea vale doppio".

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