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Matteo Salvini tra Copasir e Giorgia Meloni: "Preferisco rimboccarmi le maniche e non litigare sugli incarichi"

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La giustizia politicizzata, Giorgia Meloni e Mario Draghi. Intervistato dal Giornale, Matteo Salvini ha il tono di chi, superata trionfalmente la prova in aula del processo Gregoretti a Catania (sabato il pm ha richiesto il "non luogo a procedere" contro l'allora ministro degli Interni), può liberarsi di qualche sassolino nella scarpa. finalmente. "Quando ci sarà un governo di centrodestra, scelto dalla maggioranza degli italiani, metteremo mano alla giustizia - promette il leader della Lega -. La stragrande maggioranza dei magistrati è composta da donne e uomini di valore e liberi, che non ne possono più di correnti, favori e raccomandazioni. Senza una profonda riforma della Giustizia l'Italia, che ha più di 5 milioni di processi arretrati, non sarà mai un Paese davvero libero e moderno".

 

 

 

 


Sui migranti, la polemica con il Movimento 5 Stelle e il Pd è scoperta: "La scelta di difendere i confini dell'Italia era un punto cardine del contratto di governo, evidentemente i grillini hanno la memoria corta. Che la sinistra perda le elezioni e provi a ribaltare la realtà in tribunale, è storia antica. E purtroppo vera. Guardate cosa hanno fatto contro Berlusconi in tutti questi anni, un accanimento impressionante. Comunque ognuno risponde alla propria coscienza e agli elettori: io non ho nulla da rimproverarmi, anzi sono orgoglioso di aver servito il mio Paese". Rifiuta però l'etichetta di "perseguitato dalla magistratura", "anche se le parole di Palamara e di altri magistrati politicizzati mi hanno colpito. È gravissimo pensare che alcuni magistrati decidano di perseguire il ministro dell'Interno perché lo vedono come un nemico politico. Ed è gravissimo sapere che importanti incarichi in importanti tribunali siano assegnati non per merito o competenza, ma per scelta politica e convenienza". 

 

 

 

 


In ballo, in queste giorni, anche un tema politico che sta spaccando il centrodestra: la presidenza del Copasir reclamata da Fratelli d'Italia e molti stanno chiedendo a gran voce le dimissioni del presidente leghista Raffaele Volpi. "Se neanche i presidenti delle Camere hanno trovato una soluzione, che si dimettano tutti e si riparta da zero - replica Salvini -. Fra Covid e crisi economica, con Cina e Turchia che fanno quello che fanno, non si può perdere tempo a litigare su posti o incarichi". Stesso tenore il commento sulla Meloni: "In un momento così delicato, io preferisco rimboccarmi le maniche e lavorare da dentro per cambiare le cose, non condannare gli italiani a un altro governo di sinistra, visto che non ci avrebbero fatto votare. Sull'Europa lavoro per costruire un grande gruppo, che ambisca a diventare il più numeroso e importante del Parlamento Europeo, che raccolga il meglio di popolari, conservatori e del gruppo di cui fanno parte la Lega e la Le Pen".

Ultima nota sul premier: "Stiamo imparando a conoscerci, il rapporto è diretto e leale, di fiducia e collaborazione. Parlano i fatti: non c'è più Arcuri, è cambiato il capo della Protezione civile, non ci sono più i dpcm né i codici Ateco, i rimborsi ora arrivano direttamente sui conti correnti, Draghi ha criticato apertamente Europa e case farmaceutiche a proposito dei vaccini, ora lavora sulle riaperture. Il governo è partito da poco, ma vedo il bicchiere mezzo pieno".

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