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Matteo Salvini, il retroscena sull'incontro con Mario Draghi: si presenta con la "cartellina"

 Matteo Salvini  

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Matteo Salvini si è presentato da Mario Draghi a Palazzo Chigi puntualissimo, alle 15,30, non a mani vuote ma con una cartellina con i dati delle 14 regioni amministrate dal centrodestra per dimostrare al premier che molto di esse possono passare dal rosso all'arancione. "È un dovere riaprire nella seconda metà di aprile, se i dati lo permetteranno. Non si può stare in rosso a vita", ha detto il leader della Lega a Draghi secondo quanto riporta il Corriere della Sera in un retroscena sull'incontro.

La cartellina è protagonista. Dimostra non solo che si può allentare le misure ma anche che Salvini parla a nome del centrodestra, almeno quello di governo. Poi Draghi in conferenza stampa dirà che ha "visto Salvini, visto i presidenti delle Regioni, i Comuni, e questa mattina ho visto anche Bersani". Come dire che "tutti chiedono aperture ed è normale chiederle", ma l'incontro ha soddisfatto il leader della Lega. 

 

 

La linea di Salvini con Draghi non è chiara al suo partito. Un big leghista ha detto che "se Salvini non lo nascondesse giocando all'opposizione, si vedrebbe molto più chiaramente che l'intesa con Draghi è solida". Anche se il segretario leghista dopo l'incontro ha escluso che ci siano sensibilità diverse nel partito e che tutti, anche al governo, condividono la linea: "Con Giorgetti, Garavaglia, Stefani... L'obiettivo riaperture è un obiettivo di tutti, ma penso di tutti gli italiani, laddove i dati medici lo consentano. Nessuno è un matto".

 

 

Sembra che durante l'incontro Mario Draghi abbia ripetuto a Salvini quello che gli aveva già detto sul tema di Domenico Arcuri. Il senso delle sue parole sarebbe questo: le continue esternazioni polarizzano le posizioni. Quanto al ministro della Salute Roberto Speranza, che secondo Salvini vede "rosso, rosso, rosso", Draghi ha tagliato corto: "Ho voluto io Speranza nel governo e ne ho molta stima". Punto.

 

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