Matteo Salvini dopo il faccia a faccia con Mario Draghi: "Le sei regioni che devono riaprire, non si può vivere in rosso a vita"
Faccia a faccia tra Matteo Salvini e Mario Draghi, un incontro a Palazzo Chigi iniziato poco dopo le 15 e durato circa un'ora e mezza. Al centro del dibattito le riaperture, sulle quali da tempo insiste il leader della Lega, che chiede un aggiornamento dei protocolli di sicurezza e il via libera ad alcune attività economiche. Insomma, Salvini alza la posta. E al termine dell'incontro, definisce il vertice "molto utile, positivo, costruttivo. Abbiamo parlato di salute e lavoro, le uniche due emergenze di cui la Lega si sta occupando".
E ancora: "Riaprire dalla seconda metà di aprile per me non è un diritto ma un dovere", ha tagliato corto Salvini. Parole che seguono quelle dei giorni scorsi, quando aveva ribadito: "Dopo Pasqua mi vedrò con il presidente del Consiglio e gli chiederò di riaprire dove possibile sulla base di dati scientifici". Parole che furono il prologo di un duro scontro a distanza con Roberto Speranza, il ministro della Salute e in primissima linea sul fronte delle chiusure.
Ma Salvini, dopo aver incontrato il premier, ha fatto un passo in avanti: "Abbiamo condiviso con il presidente Draghi che le riaperture vanno fatte in base ai dati, alla scienza - ha ribadito -. Non si può vivere in rosso a vita. In base ai dati ci sono almeno sei regioni italiane in cui si potrebbe riaprire. Conto che si possa fare in aprile". Insomma, sei regioni che dovrebbero riaprire. E subito. Il dado è tratto, come detto la Lega alza la posta.
Dunque, l'ex ministro dell'Interno insiste sul fatto che bisogna "correre sul piano vaccinale, e se l'Europa sbaglia, dorme o rallenta bisogna trovare il modo, come stanno facendo altri Paesi, di rivolgersi anche all'estero perché la salute degli italiani merita ogni tipo di sforzo e di contratto senza risparmiare euro sulla pelle dei cittadini. E anche questa volta, ahimé, le istituzioni europee si stanno dimostrando vecchie, non al passo con i tempi, non all'altezza dell'emergenza che stiamo vivendo", ha picchiato duro contro la Ue.