Matteo Salvini, retroscena sul diktat leghista: "Draghi non è Conte ma non finiremo succubi del 'rosso' Speranza"
Matteo Salvini non vuole fare opposizione a Mario Draghi, anzi vuole incontrarlo e fargli capire che per lui la priorità sono le riaperture. "Per me Draghi non è Giuseppe Conte, chiedo solo di non finire tutti succubi del 'rosso' Speranza", diceva ieri al telefono a uno dei suoi, secondo quanto riporta un retroscena de La Repubblica. Insomma, non vuole tenere in stato di tensione perenne l'esecutivo. E intende dirlo chiaramente al presidente del Consiglio visto che è abbastanza diffuso il sospetto che Salvini possa staccare la spina, soprattutto alla luce dei sondaggi delle ultime settimane che danno la Lega in costante declino mentre Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni continua a crescere.
Insomma, Salvini deve parlare con Draghi, l'incontro potrebbe tenersi già questa settimana. "Riaprire attività e tornare alla vita fin da aprile, ovunque i dati medici lo permettano, è obiettivo della Lega e speranza di milioni di italiani. Ascoltiamo la scienza, non l'ideologia che vede solo rosso", spiega il leader della Lega riferendosi alla linea rigorista del ministro della Salute. Il Carroccio preme per riaprire laddove il numero dei contagi lo consenta. Quindi in Sardegna, in Liguria e Umbria. "Non pensiamo certo alle discoteche, ma almeno i ristoranti e i bar a pranzo sì", osservano i leghisti.
Il secondo argomento di discussione con Draghi è che il governo si concentri su piano vaccinale e sulla necessità dei ristori alle attività economiche più colpite dalla pandemia senza perdere tempo con la legge Zan contro l'omofobia o la delega sulla droga o lo ius soli. "Non voglio cadere nelle loro provocazioni, la Lega si dimostrerà forza responsabile e di governo", sottolinea Salvini. Ma nella Lega c'è fermento e insofferenza, soprattutto l'ala governista che non ama gli attacchi all'esecutivo. Il leader non vuole malumori all'interno: "Tutti devono remare nella stessa direzione". Punto.