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Mario Draghi rischia la crisi di governo per questa donna: delega sulla droga a Fabiana Dadone, grillina pro-cannabis

Enrico Paoli
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Con una «semplice» foto, quella con i tacchi rossi in bella vista sulla scrivania del ministero, aveva sollevato un vespaio di polemiche, indignando pure le donne. Che è tutto dire. Ma affidando alla ministra per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, la delega sulle droghe (essendo la grillina schierata apertamente a favore della legalizzazione di quelle leggere), l'esecutivo si è creato da solo una bella grana. La scelta di scommettere sulla Dadone per un tema particolarmente delicato, infatti, ha indotto Forza Italia, con il senatore Maurizio Gasparri, a ventilare addirittura l'ipotesi di una crisi. «Chi scherza su questi temi», ha detto l'azzurro, «vuol mandare il governo a casa».

 

 

 

 

Ma il caso della Dadone rischia solo di essere la punta dell'iceberg. Le prime mosse del governo, non proprio caute, sulle droghe hanno fatto salire ulteriormente la tensione all'interno della maggioranza, già scossa da profondi dissensi, tra destra e sinistra, legati alla legge contro l'omofobia e sull'eventuale ulteriore proroga del blocco degli sfratti. Insomma, serviva l'innesco giusto, per far uscire allo scoperto lo scontro carsico fra azionisti non proprio in sintonia fra loro. Affidare il tema delle droghe alla Dadone, notoriamente favorevole ad una linea anti-proibizionista, è la tempesta perfetta. «È grave e deludente che per un compito così delicato come la lotta alle dipendenze sia stato scelto un esponente politico firmatario di proposte per legalizzare la cannabis», sostiene Giorgia Meloni, leader di FdI, «rinnovo il mio appello ai partiti di centrodestra che sostengono il governo affinché si facciano sentire con decisione». L'appello è stato raccolto subito da Forza Italia. «Ci aspettiamo che la Dadone», ha tuonato il capogruppo azzurro alla Camera, Roberto Occhiuto, «chiarisca presto e in modo inequivocabile le linee guida attraverso le quali intenderà portare avanti il suo mandato. Su questi temi Fi e il centrodestra non faranno sconti». Replica dei pentastellati con Elisa Tripodi: «Il MoVimento 5 Stelle insieme alla ministra Fabiana Dadone si è sempre battuto in Parlamento contro la drammatica piaga dell'uso delle droghe. Nessuno lo può mettere in dubbio e chi lo fa, come Roberto Occhiuto, utilizzando frasi scomposte, si comporta in modo offensivo non solo verso la ministra Dadone, ma anche contro il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha fatto questa scelta».

 

 

 

 

Sulla questione interviene anche Matteo Salvini, ma i suoi toni sono meno ultimativi: non contesta il governo o la delega a Dadone ma si limita a ribadire la sua posizione. «La droga, ogni droga, è morte. Nessun regalo agli spacciatori. Viva la Vita e chi non si arrende», commenta il leader della Lega. Nei Cinque Stelle, però, c'è chi rilancia la sfida antiproibizionista. Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera, annuncia addirittura che presto calendarizzerà la proposta di legge per inserire i principi stabiliti recentemente dalla Cassazione nel nostro ordinamento, dalla libertà di coltivazione della cannabis per uso personale, sino al diritto dei malati a curarsi con la stessa sostanza.

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