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Dario Franceschini, lo scambio di poltronissime con il M5s: il vero volto del "centrosinistra" di Letta e Conte

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Il voto per l'elezione del sindaco di Napoli, potrebbe portare ad un risiko di poltrone che coinvolgerebbe anche la Presidenza della Camera. Un gioco di poltrone che stanno provando a gestire il Pd e i Cinque Stelle. Le comunali nel capoluogo campano, rinviate al prossimo autunno causa Covid, potrebbero vedere in corsa presidente della Camera Roberto Fico. Diverse fonti danno per imminenti le sue dimissioni dalla presidenza di Montecitorio. "L'esponente pentastellato si butterebbe così in campagna elettorale, appoggiato dal centrosinistra", scrive il Giornale.

 

 

 

 

Fico sindaco di Napoli, permeterebbe a Giuseppe Conte il problema di dover piazzare un big arrivato già  secondo mandato. "Mi piacerebbe fare il sindaco di Napoli - aveva dichiarato il grillino il 22 novembre scorso ospite a Mezz' ora in Più su Rai3 - amo la mia città, amo tutto di Napoli, è una città straordinaria e va valorizzata". La sua candidatura libererebbe il posto di presidente della Camera. Che, in un gioco di scambi all'interno del centrosinistra con i grillini, toccherebbe al Pd. Nei dem è già corsa allo scranno più alto della Camera. Si parla di Piero Fassino, già sindaco di Torino. Circola pure il nome di Dario Franceschini, adesso ministro della Cultura, "peso massimo del Pd che rinuncerebbe a un posto nel governo", scrive sempre il Giornale.

 

 

Lo stesso Fico dopo un iniziale tentennamento sarebbe pronto, come già confermato in tv. Fico, napoletano,  ha mosso i primi passi nel meetup Amici di Beppe Grillo, antenato dei Cinque Stelle. Fico così è favorito per essere uno dei papabili alla carica di sindaco di Napoli. E questa scelta risolverebbe due questioni: "la scelta di una figura che ricopre una carica di così alto profilo istituzionale avrebbe l'effetto immediato di unire subito la coalizione in una delle grandi città al voto nei prossimi mesi. Poi, non da ultimo, si libererebbe appunto il posto di presidente della Camera", conclude il Giornale. E proprio il gioco di poltrone ai danni anche di un simbolo istituzionale come la Camera potrebbe cementare ancora di più l'alleanza tra Pd e Cinque Stelle.

 

 

 

 

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