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Giorgia Meloni contro Mario Draghi: "Il pesce d'aprile più grande e triste. Rivoluzione? No, come Giuseppe Conte"

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Oggi è il primo aprile. Giorno tradizionalmente di pesci, di scherzi, di ilarità. Ma al tempo della pandemia, e soprattutto poche ore dopo il decreto che di fatto ci condanna ad un aprile da reclusi, non c'è grande voglia di scherzare, né di sorridere. L'Italia e gli italiani sono esasperati, impoveriti, spaventati. Un periodo atroce al quale sembra impossibile trovare una risposta che non sia: chiudere tutto.

E contro questo aspetto ecco che, legandosi al primo aprile, la Meloni apre il fuoco contro il governo di Mario Draghi, lei che con i suoi Fratelli d'Italia di fatto è la sola all'opposizione. L'affondo piove su Twitter, laddove la Meloni cinguetta: "Quest'anno il più grande - e triste - pesce d'aprile lo ha fatto il Governo Draghi ai cittadini, fingendosi come una rivoluzione rispetto al Governo Conte per poi dimostrarsi subito in perfetta continuità su temi cruciali come le riaperture e i ristori", ha concluso. Poche, ma incisive, parole: per la Meloni, Draghi come Giuseppe Conte. Su riaperture e ristori, ossia gli indennizzi a chi è condannato a non lavorare, non si vedono in effetti grosse differenze.

Il cinguettio della Meloni è arrivato dopo il duro attacco contro Luciana Lamorgese della sera precedente, in cui la leader FdI legava l'emergenza coronavirus con quella immigrazione: "Saracinesche abbassate e controlli capillari. Il Ministro Lamorgese annuncia la linea dura contro i cittadini per le festività e contro gli imprenditori, costretti a tenere ancora chiuse le proprie attività. Il tutto mentre al sud continuano gli sbarchi incontrollati", premetteva. "Se Lamorgese avesse usato la stessa inflessibilità e determinazione per combattere l'immigrazione clandestina e illegale, probabilmente non avremmo continui sbarchi ogni giorno in Italia. Ma sembra che il pugno duro valga solo per gli italiani...", concludeva Giorgia Meloni.

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