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Decreto coronavirus, niente zone gialle per tutto aprile. Vaccino, obbligo non solo per operatori sanitari: anche i farmacisti

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Alle 17.30 è iniziato via al Consiglio dei ministri che ha poi varato sul nuovo pacchetto di norme per il contenimento dell'emergenza coronavirus. Passa la linea "nessuna zona gialla fino al 30 aprile". Questo quanto prevede il nuovo decreto legge Covid e che prorogherà il dpcm approvato lo scorso 2 marzo. Insomma, dal 7 aprile in poi misure anti-contagio ancor più stringenti e spalmate per l'intero mese. 

 

Un punto che potrebbe portare a delle frizioni nel governo. Matteo Salvini e la Lega, infatti, si sono sempre detti contrari a questa ipotesi. Si era ragionato su un compromesso, ossia nessuna zona gialla ma solo fino alla metà del mese. E ancora, Salvini nelle ultime ore aveva suggerito di proseguire con il sistema a colori: "Se i dati dicono zona gialla è gialla, se dicono rosso è rosso". 

La piccola mediazione, però, è stata trovata nel meccanismo che consente una revisione delle misure e di applicare regole meno rigide ad alcune Regioni ma solo se la situazione epidemiologica lo dovesse consentire, con dati particolarmente bassi e vaccini in regola. Questo solo grazie al pressing del fronte aperturista, capeggiato dalla Lega di Salvini. Si apprende che dopo il Consiglio dei ministri non sarebbe prevista alcuna conferenza stampa, né del premier Mario Draghi né dei ministri Roberto Speranza e Maria Stella Gelmini, come accadde nel primo dl anti-Covid del nuovo governo.

 

 

Tra le altre misure, ecco l'obbligo di vaccinarsi per "gli esercenti, le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali", riporta la bozza del decreto. Insomma, non soltanto medici e operatori sanitari ma anche i farmacisti: per loro, la vaccinazione sarà un "requisito essenziale" per l'esercizio della professione. E per chi rifiuta il siero è previsto lo spostamento a "mansioni, anche inferiori" con il "trattamento corrispondente alle mansioni esercitate". Se ciò non è possibile, "per il periodo di sospensione non è dovuta retribuzione". La sospensione durerà al massimo sino al 31 dicembre del 2021. La sanzione scadrà prima se gli interessati ci ripenseranno e si sottoporranno alla vaccinazione o comunque al completamento del piano vaccinale. La sospensione interverrà solo se non sarà possibile l'assegnazione a mansioni diverse del lavoratore che non implicano il rischio di diffusione del contagio.

Dunque il capitolo scuola. Previsto il ritorno in classe fino alla prima media in tutta Italia, zone rosse comprese. La bozza del decreto prevede che i governatori non potranno emanare ordinanze più restrittive per sospendere l'attività in presenza. "Dal 7 aprile al 30 aprile è assicurato in presenza sull'intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi" fino alla prima media, si legge. Una disposizione che "non può essere derogata da provvedimenti dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome". In zona arancione e gialla la presenza è fino alla terza media e con un minimo del 50% alle superiori.

 

Fino al 30 aprile, però, nelle zone rosse non sarà consentito andare a trovare parenti o amici una volta al giorno e in massimo due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) come invece sarà permesso nel weekend di Pasqua quando tutta Italia sarà in rosso. In zona arancione, al contrario, le visite saranno consentite, sempre una sola volta al giorno dalle 5 alle 22 e sempre in non più di due persone, all'interno del comune di residenza, come prevede la bozza del decreto in esame.

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