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Laura Boldrini? Non solo, i racconti dei collaboratori umiliati: "Un contratto da colf"

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Non solo Laura Boldrini. A quanto pare la tendenza a trattare i collaboratori parlamentari come colf, portaborse e assistenti personali non riguarda solo l’ex presidente della Camera, ma è radicata in tutto il Parlamento. Ne ha parlato Josè De Falco, presidente dell’Associazione italiana collaboratori parlamentari, in un’intervista al Tempo: “Alcuni rapporti di lavoro  finiscono per comprendere anche la risposta ad esigenze personali. Questo è sbagliatissimo, perché lede alla dignità delle istituzioni oltre che a quella del professionista”. La polemica è scoppiata quando un’ex collaboratrice della Boldrini ha raccontato cosa era costretta a fare per la deputata, come prenotare il parrucchiere oppure ritirare i vestiti dal sarto

 

 

 

Stando alla testimonianza di De Falco, quello dell’assistente della Boldrini non è un caso isolato. “Abbiamo avuto dei casi di collaboratrici cui è stato chiesto di dedicarsi al baby-sitting, poi c’è un caso di un collaboratore incaricato anche del cambio d’abiti in albergo del ‘suo’ parlamentare. In altri casi era stato proposto lo stesso schema contrattuale delle colf”, ha spiegato il presidente dell’Aicp. 

 

 

 

La procedura per l’inquadramento economico del collaboratore, inoltre, funziona male. Come spiega il Tempo, infatti, ogni parlamentare ha diritto a un riconoscimento economico per lo svolgimento dell'incarico: si tratta di 3690 euro alla Camera e di 4180 euro al Senato, ogni mese. Solo la metà va rendicontata, l'altra no. Questi soldi andrebbero spesi per impegni relativi allo svolgimento della propria funzione. Tra questi anche l’assunzione di un collaboratore. Solo che la formalizzazione del rapporto di lavoro e il successivo pagamento sono questioni che riguardano soltanto il parlamentare e il collaboratore. Ed è qui che succede di tutto. “Quelli più esperti, quando vanno a negoziare, possono ottenere dei contratti dettagliati, con delle mansioni precise. Ma quelli meno esperti, a volte, pur di non ‘uscire dal giro’ accettano di tutto”, ha spiegato De Falco. 

 

 

 

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