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Giancarlo Giorgetti costretto intervenire: colpo di mano durante la cabina di regia per riappacificare Pd, M5s e Lega

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Governo vicino allo strappo. A far traballare gli equilibri ancora una volta le riaperture durante l'emergenza coronavirus. Mario Draghi ha tentato di andare incontro ai meno rigoristi come Matteo Salvini, ma invano. Non basta infatti il ritorno a scuola dopo Pasqua per asili nidi, elementari e prima media anche nelle Regioni in fascia rossa. Il leader della Lega vuole di più, non si accontenta di quel  "continueremo a seguire i dati. Non escludo cambiamenti in corso. La situazione è così complessa che va monitorata giorno per giorno, settimana per settimana" pronunciato dal presidente del Consiglio. E così a metà pomeriggio l'ex ministro si fa sentire: o si apre dopo il 6 aprile o il governo non avrà l'ok della Lega nel Consiglio dei ministri, è stato il diktat. In mezzo il braccio destro di Draghi, nonché numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti. È stato il suo - svela il Giornale - l'arduo compito di mediare. E un primo risultato lo porta a casa. Giocando di sponda con Forza Italia e con il ministro azzurro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, pone al tavolo della cabina di regia la richiesta di "avere più risorse per le attività maggiormente colpite dalla lunga inattività come bar e palestre". Ma niente in cabina di regia passa comunque la linea rigorista di Roberto Speranza e Dario Franceschini.

 

 

Una scelta che vede Salvini contrariato e irritato: "È impensabile tenere chiusa l’Italia anche per tutto il mese di aprile. Nel nome del buonsenso che lo contraddistingue e soprattutto dei dati medici e scientifici chiediamo al presidente Draghi che dal 7 aprile, almeno nelle Regioni e nelle città con situazione sanitaria sotto controllo, si riaprano (ovviamente in sicurezza) le attività chiuse e si ritorni alla vita a partire da ristoranti, teatri, palestre, cinema, bar, oratori, negozi. Qualunque proposta in Consiglio dei ministri e in parlamento avrà l’ok della Lega solo se conterrà un graduale e sicuro ritorno alla vita". A stretto giro la risposta: "Se sia pensabile o impensabile dipende dai dati che abbiamo".

 

 

È di nuovo il turno di Giorgetti che tenta la riappacificazione con una nota leghista di precisazione in cui si sposta il bersaglio dell’attacco da Draghi al duo Speranza-Franceschini, ribattezzata la coppia del terrore: "Completamente folle dare per scontato fin da ora che le chiusure proseguiranno fino alla fine del mese prossimo, come vorrebbero i ministri Roberto Speranza e Dario Franceschini. Si fa solo del terrorismo psicologico".  La tensione risale però in serata, quando Pd e M5s mettono nel mirino Salvini: "La Lega deve smetterla con un linguaggio doppio, cioè con il dire una cosa e farne un’altra", attacca il leader del Pd Enrico Letta ospite di Lilli Gruber. Insomma, l'esecutivo non può ancora dormire sonni tranquilli.

 

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