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Giuseppe Conte cambia la maggioranza? Scossone in Parlamento, nasce il suo gruppo autonomo

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Giuseppe Conte prepara il suo progetto di rifondazione del M5S , ma segue più fronti. Come tenere in vita in Senato il gruppo Europeisti - Maie - Centro democratico che con i suoi dieci membri (il minimo per formare un gruppo autonomo a Palazzo Madama), sta già evaporando. Per questo il presidente del Maie Raffaele Fantetti (ex FI ) sta cercando sostituti. E uomini dell'ex premier provano ad aiutarlo, fa sapere il Fatto quotidiano. L'idea è di creare una possibile gamba parlamentare contiana della coalizione giallorossa.

 

 

Il senatore grillino Mario Turco ha sondato vari ex del M5S  come anche Andrea Benvenuti, giovane (classe 1992) ex segretario particolare di Conte a Chigi, ora nel Maie. Due ex grillini raccontano di aver rifiutato "perché non ci sono prospettive chiare a medio termine e il gruppo è troppo eterogeneo politicamente". Le trattative andranno avanti. Mentre nel M5S spuntano nuove correnti. Come Italia più 2050, l'associazione appena fondata dai grillini di governo Dalila Nesci e Carlo Sibilia: "Se questa può essere una lista per Conte? Gli sbocchi di un'associazione possono essere molteplici", ha detto Dalila Nesci.

 

 

 

 

Obiettivo è una lista di appoggio al M5S che accolga parlamentari uscenti, eludendo il vincolo dei due mandati. "Hanno già iniziato a reclutare eletti", spiegavano dal M5S . Per esempio è nato anche un altro gruppo, Innovare, formato da grillini al primo mandato, che non vogliono cancellare il vincolo delle due legislature. Ma non ostili a Davide Casaleggio e alla piattaforma Rousseau. Un'altra gatta da pelare sul cammino di Conte. Nel frattempo l'ex presidente del Consiglio è il primo nella classifica del gradimento dei leader con il 61 per cento, seguito da Roberto Speranza al 41 per cento. Terza sul podio Giorgia Meloni con il 37 per cento. Subito dopo troviamo il leader della Lega Matteo Salvini con il 33 per cento, Enrico Letta, neo segretario del Pd, al 32 per cento, Silvio Berlusconi al 29 per cento, Vito Crimi al 18 e Matteo Renzi al 12 per cento.

 

 

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