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Mario Draghi, aspro confronto con Ursula von der Leyen: "Vaccino, pretendiamo il rispetto dei contratti"

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Mario Draghi è pronto per il suo secondo Consiglio europeo e già sa come comportarsi sul piano vaccinale della Ue: esercitare una forte pressione su Ursula von der Leyen, per garantire l'applicazione rigorosa delle nuove regole per l'export sui vaccini. E per far si che l'Europa  faccia  nuovi contratti con Big pharma. Due obiettivi, delicati e complessi. Bisogna rafforzare il rapporto tra le multinazionali e le aziende europee capaci di produrre le dosi. E  ci vuole l'appoggio di Joe Biden. Un esito non scontato per quel che vuole il premier italiano.

 

 

 

Il premier è preoccupato. Per varie vicissitudini ha il timore che il Consiglio di oggi non risolva nulla e sia soltanto uno scambio di accuse reciproche tra i paesi chiamati in causa per interessi nazionali, soprattutto dopo il caso scoppiato ad Anagni nello stabilimento di AstraZeneca dove sono state trovate quasi 30 milioni di dosi di anti-virus in parcheggio. Draghi vuole così mettere pressione a Ursula von der Leyen affinché sia da da fare per costringere le multinazionali a rispettare i contratti e a fare il loro dovere sui vaccini. "Noi pretendiamo il rispetto dei contratti", il pensiero dell'ex premier raccolto da Repubblica. "Dove non è garantita reciprocità nelle esportazioni vaccinali, allora la posizione di Bruxelles dovrà essere inflessibile", scrive Repubblica. Ovviamente si parla  di Astrazeneca, che meno di tutt ha rispettato i contratti. Insomma, Draghi a brutto muso con l'Europa e con Ursula von der Leyen, posizioni che per certo intercetteranno il favore di Lega e Matteo Salvini, che dalla Ue chiedono da tempo un cambio di passo.

 

 

 

 A Palazzo Chigi sono preoccupati per le consegne sempre balbettanti del primo trimestre e l'approccio un po' troppo leggero a lungo tenuto dalla Commissione Europea. A Bruxelles, Draghi chiederà allora di "vigilare" anche sulle fiale di AstaZeneca, per evitare che lascino il territorio belga dirette oltre i confini europei. Serve "un vero e proprio messaggio di fiducia che compensi la grande delusione dei cittadini europei", per i ritardi cronici della campagna vaccinale. "Non so se ci sono stati errori, ma la Commissione si è difesa. Ora le cose vanno meglio, il commissario Breton è bravissimo. Dobbiamo guardare ai segni positivi all'orizzonte", ha precisato Draghi.

 

 

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