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Giorgia Meloni, lo studio sul vaccino che imbarazza il ministro Speranza: "Quanti morti avremmo potuto risparmiare"

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Giorgia Meloni ha attaccato duramente il ministro Roberto Speranza e i suoi collaboratori per come hanno portato avanti finora la campagna di vaccinazione. In particolare la leader di Fratelli d’Italia è rimasta sconcertata dalla ricerca condotta dall’Istituto per gli studi di politica internazionale: lo studio a firma di Matteo Villa evidenzia che se si fosse data priorità agli italiani in età avanzata per la somministrazione del vaccino e non alle categorie professionali, la letalità del coronavirus avrebbe fatto registrare una discesa molto più rapida. 

 

 

“Due mesi persi dall’Italia - ha sentenziato lo studioso dell’Ispi - la riduzione di letalità che raggiungeremo a fine marzo (-21%) l’avremmo potuta raggiungere a inizio febbraio”. Tradotto in freddi numeri significa che l’Italia avrebbe potuto contare qualche migliaio di morti per Covid in meno rispetto a quelli attuali. Bastava concentrare la campagna vaccinale sin da subito “sulle fase d’età più anziane (ultra-novantenni, persone nella fascia d’età 80-89 e poi via via a scendere)”: in tal caso adesso “staremmo rapidamente veleggiando verso una riduzione del 54% della letalità”. 

 

 

Ma è così difficile studiare i numeri e agire di conseguenza?”, si è chiesta la Meloni, che ha rilanciato lo studio sui suoi profili social e lo ha commentato nel seguente modo: “Ad oggi appena il 15% degli ultraottantenni ha compiuto il ciclo vaccinale completo. Secondo lo studio se la campagna di profilassi si fosse concentrata sugli anziani e sui soggetti fragili oggi staremmo rapidamente veleggiando verso una riduzione del 54% della letalità. Da sempre diciamo una cosa molto semplice: per gestire l’epidemia occorre mettere in sicurezza gli anziani”. 

 

 

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