Matteo Salvini replica alle provocazioni di Enrico Letta: "Noi abbiamo altre priorità"
"Per la Lega le priorità sono la salute e il lavoro degli Italiani, spiace che per il Pd vengano prima lo Ius Soli e l’insulto quotidiano a Salvini...". Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, risponde alla domanda di Affaritaliani.it sugli attacchi quotidiani da parte del Partito Democratico alla Lega e al suo leader da quando Enrico Letta ha preso il posto di Nicola Zingaretti.
"Contro Salvini sì, ma contro la mafia no". Open Arms, il leghista svela l'ultima vergogna rossa dell'amministrazione Orlando
Era stato proprio Letta l'altro giorno a criticare il Carroccio: "Non siamo noi a dover spiegare il sostegno a Draghi, semmai è la Lega che deve spiegare il suo. La Lega ha cambiato posizione sull'Europa, con una riunione fra Salvini e Giorgetti in un bar davanti a un caffè. Il Pd discute, anche animatamente. La Lega oggi è una caricatura della politica. In un altro bar fra qualche mese, davanti a un altro caffè potrebbe tornare anche il Salvini di prima", l'atto d'accusa del neosegretario del Pd.
Salvini è rimasto comunque soddisfatto sul decreto Sostegni: "L'obiettivo condiviso Draghi-Salvini è mettere ordine nella giungla delle cartelle esattoriali. L'accordo è che entro aprile, quello del 2021, arrivi una revisione del sistema generale delle riscossioni. Con l'azzeramento di decine di milioni di cartelle", aveva detto in un'intervista al Corriere della Sera. "C'è un accordo ai massimi livelli, frutto di giornate intere di lavoro e telefonate, che ha l'obiettivo di riportare a ragionevolezza il mastodontico magazzino giacente. Parliamo di 137 milioni di cartelle che riguardano 18 milioni di italiani: uno su tre. L'obiettivo è quello di cancellare il 90% di queste cartelle". La Lega ha alla fine ottenuto il mantenimento del tetto di 5000 euro per la cancellazione delle cartelle e l'inserimento della riforma del sistema della riscossione nel testo del decreto.
Video su questo argomentoSalvini: Lombardia ha vaccinato piu' di tutti in Italia, ma se qualcuno ha sbagliato cambia mestiere