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Open Arms, Leoluca Orlando si costituisce parte civile contro Matteo Salvini: "Non lo fece neppure contro la mafia"
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Il giudice ha ammesso i comuni di Palermo e della città spagnola di Barcellona, oltre a Emergency e due naufraghi, come parti civili all'udienza preliminare del processo Open Arms. Così, salgono a 23 le parti civili nel procedimento. «L'amministrazione Orlando non si era costituita nemmeno nel processo contro la mafia», commenta il capogruppo della Lega a Palermo Igor Gelarda, «Ora deve delle spiegazioni ai palermitani». Una scelta quella del sindaco di Palermo che potrebbe costare cara a Matteo Salvini. Ieri, 20 marzo, infatti, la decisione dei pm di chiedere il rinvio a giudizio.
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L'accusa ai danni del leader della Lega, all'epoca dei fatti ministro dell'Interno, è di sequestro di persona e rifiuto d’atto d’ufficio. Il caso risale all'agosto del 2019 quando il numero uno del Carroccio negò lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti soccorsi in mare dalla nave della ong spagnola. In sua difesa Salvini ha presentato, con l'avvocato Giulia Bongiorno, nuovi documenti dai quali evince che la linea dei "porti chiusi" era condivisa: "Si inserisce - ha spiegato il diretto interessato - tra i passi di attuazione della linea politica, anche l’adozione dei decreti sicurezza, e in particolare del decreto di sicurezza bis, che approvammo al consiglio dei ministro dell’11 giugno 2019 e che prevedeva il potere di disporre il divieto di ingresso, transito e sosta nel mare territoriale nazionale.
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Si trattava di provvedimenti adottati dal Ministro dell’Interno, quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, di concerto con il ministro della difesa e con il ministro delle infrastrutture e trasporti, secondo le rispettive competenze, informandone il presidente del consiglio dei ministri". Ossia Giuseppe Conte. Ma la Procura non ne vuole sapere. Di più, ha rifiutato l’acquisizione agli atti di tutti i documenti depositati il 16 marzo dalla difesa.
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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