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Mario Draghi, "pronti a fare da soli". Sputnik, l'asse con la Merkel: sui vaccini va in crisi l'Europa

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Il whatever it takes di Mario Draghi, applicato ai vaccini. Il premier, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Dl Sostegni approvato in serata dal consiglio dei ministri (il primo confronto ufficiale con i giornalisti da quando è salito a Palazzo Chigi) apre clamorosamente al vaccino russo Sputnik, annunciando che l'Italia sarà pronta a seguire le orme della Germania. "Se il coordinamento europeo funziona, bene. Altrimenti sulla salute, bisogna essere pronti a fare da soli. Questo ha detto Angela Merkel e questo è quello che dico qui". La cancelliera tedesca, qualche ora prima, aveva annunciato che in caso di mancato via libera a Sputnik da parte di Ema, l'agenzia europea del farmaco, Berlino avrebbe trovato un modo per muoversi autonomamente. 

Sui vaccini, Draghi è stato chiaro. Nessun pentimento sullo stop ad AstraZeneca ("Mettetevi nei miei panni", ha esortato i giornalisti riferendosi ai casi sospetti di decessi legati ad eventuali effetti collaterali del siero anglo-svedese, un nesso poi negato dall'Ema), ma nemmeno un dibbio: "Non ho ancora prenotato il vaccino ma se mi sarà somministrato AstraZeneca lo farò. Mio figlio lo ha fatto ieri in Inghilterra, quindi figuratevi, nessun pregiudizio". 

"L'Italia - ha poi sottolineato il premier - complessivamente è seconda in Europa per vaccinazioni, ma molto distante dal Regno Unito, per una serie di ragioni, dal numero di siti vaccinali a quello dei vaccinatori, fino al fatto che (in Inghilterra, ndr) si prolunga il periodo prima della seconda iniezione, dando immunità a una platea molto più vasta. So che gli scienziati stanno guardando al problema".

"Noi andiamo forte a livello nazionale ma le Regioni sono molto difformi, alcune arrivano al 25% e altre al 5% - ha proseguito -: sono difformi nei criteri e nella capacità di somministrare i vaccini. Bisogna darsi regole comuni, anzianità e fragilità sono quelle da cui partire: se ci sono problemi di capacità, lo Stato c'è per aiutare queste regioni. Ma ho l'impressione che ci sia disponibilità alla collaborazione da parte delle Regioni".

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