Gian Marco Centinaio, la stoccata a Giorgia Meloni: "Chi diceva che ci avrebbe sottratto voti, ora mi scrive per dire che aveva torto"
Gian Marco Centinaio non cambia idea sulla Lega al governo. "Mario Draghi è un presidente del Consiglio concreto", anche se a volte troppo silenzioso. Nulla di che preoccuparsi per il sottosegretario leghista alle Politiche agricole che vede nella comunicazione del nuovo premier "uno stile". "Non lo dico perché la Lega ora è al governo - premette in un colloquio con Il Corriere della Sera -, ma credo che davvero la gente oggi chieda un premier concreto e non dedito ai monologhi. Draghi non parla, ma in compenso riduce i membri del Comitato tecnico scientifico. La sua natura non è politica: la politica è l'arte del parlare, lui è uomo del fare".
Centinaio non nega un feeling con il Partito democratico, alleato al governo. "Ci sono cose che stupiscono - è la premessa -. Prenda l'etichettatura Nutriscore. Io sono convinto che l'Italia debba procedere sulla linea che fu di Bellanova, Martina, ci metto Centinaio, e il ministro Patuanelli". Non per questo il leghista dimentica la sua identità e riserba parole meno positive al nuovo leader, Enrico Letta. "Pensavo che fosse stato il miglior premier della scorsa legislatura", liquida la proposta di concedere il voto ai sedicenni per poi lanciarsi in un appello: "Meno proposte ideali di partito, più fatti concreti".
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La Lega con l'ingresso nel governo del fu banchiere ha stupito tutti. Ma non ha sortito l'effetto sperato dai suoi avversari: "La maggioranza dei leghisti l'ha presa come un atto dovuto: non potevamo non esserci. Cosa avremmo dovuto fare dopo l'appello di Sergio Mattarella? Certo, qualcuno dirà che non bisognava avere nulla da spartire con Pd e M5S, ma è una minoranza". Un pensiero anche a Giorgia Meloni, che con Fratelli d'Italia è l'unica a sedersi all'opposizione: "Mentre coloro che dicevano che la Meloni ci avrebbe sottratto voti, adesso mi scrivono per dirmi che avevano torto", conclude soddisfatto.