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Mario Draghi, c'è lui dietro il no a Paolo Savona nel 2018: "Grande ispiratore del veto del Quirinale"

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Le vecchie tensioni tra Mario Draghi e Paolo Savona tornano attuali. Tra loro non corre buon sangue da circa 40 anni. I due, come spiega il Giornale, si sono spesso scontrati su diversi temi economici, come quello cruciale sulle regole e l’adozione dell’euro. Nel 2018, qualcuno ha pensato che fosse stato Draghi “il grande ispiratore del veto del Quirinale”. Tre anni fa, infatti, Sergio Mattarella aveva bloccato la sua nomina a ministro dell’Economia all’interno del governo gialloverde, proprio per via delle posizioni antieuro che Savona rappresentava.

 

 

 

Adesso si parla di nuovo di malumori tra il premier Draghi e il presidente della Consob Savona. Da un paio di giorni gira la voce delle sue possibili dimissioni dalla presidenza della Commissione nazionale per le società e la Borsa. I rumors, riportati dal Corriere della Sera, non sono stati né confermati né smentiti per ora. Stando al quotidiano, Savona avrebbe posto la questione del contratto dei dipendenti Consob al primo posto della sua agenda: secondo la legge istitutiva della Commissione, ai suoi dipendenti si applica il contratto della Banca d’Italia. Ma per ottenerlo serve l’ok del governo. Che adesso è guidato proprio dal rivale Mario Draghi.

 

 

 

Sulla questione contratti Savona avrebbe posto un aut aut, arrivando a mettere le sue dimissioni sul tavolo. L’economista, quindi, sarebbe pronto a lasciare - dopo soli due anni - un mandato che ne dura sette. Come riporta il Giornale, comunque, fonti vicine a Consob descrivono Savona tranquillo e per niente turbato dalle voci sul suo conto.

 

 

 

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