Coronavirus, Roberto Speranza: "Vaccino? Massima fiducia. Ora più zone rosse per controllare il contagio"
Questa volta, Roberto Speranza parla di buon mattino. Il ministro della Salute si spende in audizione davanti alle commissioni Affari Sociali di Camera e Senato. Si parte, ovviamente da AstraZeneca. Speranza afferma che quanto accaduto "non incrina la nostra fiducia nell'arma più importante di cui disponiamo per sconfiggere il virus". E ancora: "Il governo considera i vaccini la prima vera chiave per chiudere la stagione difficile che stiamo vivendo nell'ultimo anno", rimarca il titolare della Salute.
E ancora: "L'auspicio è che già da domani arrivino rassicurazioni per rilanciare la campagna di vaccinazione . Nel secondo trimestre avremo in arrivo oltre 50 milioni di dosi e nel terzo trimestre avremo altre 80 milioni di dosi, questo significa che potremo avere una accelerazione molto significativa", promette Speranza. Quindi, aggiunge che "sul vaccino Johnson & Johnson l'auspicio è che dopo la metà di aprile possano arrivare le prime dosi". Ma saranno comunque forniture molto ridotte, per quanto il vaccino J&J, monodose, potrebbe dare grande impulso alla campagna di vaccinazione.
Infine, per l'ennesima volta, mister chiusure Speranza ci spiega che "la verità è che la situazione epidemiologica del Paese è ancora complicata. Lo testimoniano tutti i numeri, a partire dai casi che riscontriamo che è in crescita. Questo è dovuto alla presenza di varianti, inglese, sudafricana e brasiliana, che hanno una maggiore capacità diffusiva. Per questo abbiamo dovuto adeguare anche le misure che abbiamo messo in campo. L'aumento di zone rosse ci consentirà di riportare la curva sotto controllo", assicura. Come al solito, insomma, ci spiega che il lockdown è la ricetta migliore. Una sorta di ossessione, per Speranza.
Il ministro riprende: "La variante inglese si trasmette più velocemente del 35-40% e ha toccato il 54% della totalità dei casi. Sono presenti anche varianti sudafricana, soprattutto nell'area di Bolzano, e quella brasiliana soprattutto nel Centro Italia. Con il criterio di 250 casi per 100mila per l'ingresso in zona rossa speriamo di piegare la curva. Quindi una situazione non semplice che richiede la massima cautela con l'impegno di tutte le istituzioni". "Ma c'è anche una seconda verità - ha sottolineato - e cioè che la situazione di questo marzo non è in alcun modo paragonabile a quella del marzo passato", anche se come un anno fa siamo di fatto in lockdown. "A quel tempo non avevamo a disposizione la larghissima parte di strumenti che oggi abbiamo. A cominciare dalla capacità di testing, ma soprattutto i vaccini che sono il vero fatto nuovo. Ne abbiamo quattro a disposizione, molte dosi sono in arrivo: oggi possiamo avere una ragionata fiducia", conclude Speranza.