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Giancarlo Giorgetti e Carfagna, retroscena Cdm: "Gente esasperata", la rivolta contro Draghi e Speranza. Cartabia e Lamorgese d'accordo

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Il premier Mario Draghi ascolta l'ala chiusurista della sua maggioranza, incarnata dal ministro della Salute Roberto Speranza, e si apre la prima crepa politica nel governo. Il Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto che di fatto richiude l'Italia fino a Pasqua (almeno) è stato agitato dalla protesta composta ma ferma del centrodestra. "Presidente, la gente è esasperata. Giusto tenere in considerazione i dati sanitari preoccupanti, ma bisogna fare i conti anche con altri fattori", è stata la prima affermazione uscita dalla bocca di Giancarlo Giorgetti, numero 2 della Lega e ministro dello Sviluppo economico, una volta acceso il microfono.

 

 

 

È stato lui, secondo un retroscena di Repubblica, a riassumere il malcontento comune di Forza Italia. "Non siamo d'accordo con questa impostazione eccessivamente rigorosa sugli spostamenti personali in zona rossa", ha sottolineato ancora Giorgetti, spalleggiato dal collega di partito e governo Massimo Garavaglia. Esprimono la linea di Matteo Salvini e della stragrande maggioranza del ceto produttivo, dalle Partite Iva ai negozianti, dai piccoli imprenditori alle grandi imprese, soprattutto al Nord.

 

 


Al coro si aggiunge Mara Carfagna, big di Forza Italia e ministra per il Sud: "Si potrebbe valutare la possibilità di consentire anche in zona rossa la visita una volta al giorno per due persone da un amico o parente. Come avvenuto a Natale e Capodanno e come è già previsto per Pasqua. Sarebbe una sorta di conforto sociale". Le mani tese e i suggerimenti di "paracadute" dei ministri del centrodestra trovano l'appoggio della ministra della Giustizia Marta Cartabia e di quella degli Interni, Luciana Lamorgese

 

 

 

Contro di loro però si alza il muro della sinistra, quella che aveva diretto i giochi durante il Conte 2. "La situazione è drammatica, non possiamo permetterci alcuna concessione, non ora", ribattono Speranza e Dario Franceschini, ministro Pd dei Beni culturali. E alla fine ancora una volta è questa linea ad avere la meglio, con Draghi che decide per le chiusure per non mettere a rischio la campagna di vaccinazione, considerata la vera priorità di questa prima fase. Di riaperture si parlerà, si spera, dal 6 aprile, il giorno dopo Pasquetta.

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