Enrico Letta, le voci del Pd raccolte da Augusto Minzolini: "Scelto per disperazione"
“Speriamo che sabato dica sì perché se no ci spariamo”. Così Graziano Delrio, con tanto di gesto della pistola puntata alla tempia, si è espresso su Enrico Letta. La confidenza è stata raccolta da Augusto Minzolini, che parla appunto di “confessionale Pd” dal quale emerge che la scelta dell’ex premier in qualità di successore di Nicola Zingaretti nel ruolo di segretario è dettata più dalla disperazione che dalla concreta ambizione di rifondare il partito.
Enrico Letta papabile segretario: se il Pd delle quote rosa candida ancora un uomo (forse a ragione)
Qualcuno lo ha ribattezzato il Mario Draghi dei dem, ma per Minzolini questo è un paragone che non calza: “L’ex governatore della Bce è da sempre accompagnato da un’immagine vincente, è l’uomo del ‘whatever it takes’; Letta, invece, ha appiccicata addosso la foto del premier che passa con disappunto ‘il campanello’ al suo successore, Matteo Renzi. Un’esperienza che lo lega a Conte”. E infatti un politico che è stato avversario di entrambi ha confidato a Minzolini che Letta e Conte sono “due gemelli diversi ma uguali: più che capaci di fare le cose, sono capaci da rinviarle; mancano di empatia ma, nel contempo, sono maniaci della comunicazione”.
Un premier fallito, Enrico Letta? Ecco perché quella del Pd è una scelta suicida
In definitiva l’editorialista del Giornale sostiene che il nome di Letta sia stato scelto senza un confronto sulla linea politica e con il chiodo fisso di chi deve decidere le liste elettorali per le politiche del 2023: “Insomma, un Pd di Poltrone e Potere”.
Video su questo argomento"Non basta cambiare segretario per salvare un morto", Pietro Senaldi sotterra il Pd