Mario Draghi, il retroscena di Francesco Storace: "Stop al lockdown e weekend scippati", così il premier ha fermato Roberto Speranza
Il cambio di passo del governo Draghi si comincia a intravedere con lo stop al lockdown. "Lo scherzo di scipparci il weekend col provvedimento della vigilia stavolta non ce lo faranno", scrive Francesco Storace nel suo editoriale su Il Tempo. "Si ricomincia con un percorso normativo ordinato: decreti legge al posto dei Dpcm, quindi rispettando le prerogative parlamentari", sottolinea. Ora "l'esame parlamentare dei provvedimenti li renderebbe più leggibili, trasparenti, democratici. Se ci riusciranno, sarà una buona cosa".
Intanto, bene il governo Draghi, continua Storace, che "non ha voglia di agire freneticamente per chiudere tutto", come vorrebbero invece il Comitato tecnico scientifico e il ministro della Salute, Roberto Speranza, "ma attende di esaminare seriamente i dati sulla situazione Covid. E ieri (10 marzo, ndr) la cabina di regia presieduta dal premier ha scelto la linea della prudenza".
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Certo, c'è una discussione in atto nella maggioranza di governo tra rigoristi - il ministro Speranza in primis - e i più "liberali", come Matteo Salvini, la Lega e Forza Italia. Ma "ragionano tutti con grande serenità", scrive ancora Storace. "Dice al Tempo il ministro Dario Franceschini, uno del pochi a parlare: Stiamo ancora discutendo, ma in ogni caso da lunedì, afferma con riferimento alla necessità di «salvare» sabato e domenica prossimi. Il che è sicuramente meglio, perché da tempo si sottolineava la necessità di evitare l'adozione di provvedimenti la sera validi la mattina successiva".
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Quindi "se il Consiglio del ministri dovesse optare per misure più restrittive, l'intenzione prevalente è quella di preparare gli Italiani per tempo". Insomma, dalla riunione è emersa "la volontà di non far precipitare il Paese in una nuova stagione di angoscia e depressione. Perché abbiamo già dato. Tra le varie ipotesi in campo, sembra ormai esclusa quella di un lockdown generalizzato, e questo può far tirare a tutti un sospiro di sollievo".
Resta aperta la discussione sul passaggio automatico in zona rossa dei territori in cui si dovessero verificare 250 casi di positività ogni centomila abitanti. "Se ne dovrà parlare approfonditamente ed è un bene".
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