Roberto Speranza, il retroscena: "Mario Draghi lo ha commissariato con i nuovi tecnici"
Roberto Speranza è sempre più isolato. La sua conferma al ministero della Salute non è bastata a garantirgli la stessa posizione che ricopriva nel Conte II. Il ministro appare adesso come un vero e proprio pesce fuor d'acqua. Ormai, come scrive il Giornale in un retroscena, è "commissariato dai tecnici scelti dal nuovo presidente del Consiglio". Della precedente gestione della pandemia da Covid, infatti, è rimasto solo lui. Il commissario all'Emergenza Domenico Arcuri e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli sono stati silurati e rimpiazzati. E, stando a voci di palazzo, presto potrebbe cadere anche il Comitato tecnico scientifico, tanto caro a Speranza.
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"Speranza è ormai un generale senza esercito", continua il Giornale. Durante la prima fase della pandemia, il ministro è stato particolarmente apprezzato per la linea dura. Poi tutto è precipitato quando è stato costretto a ritirare il suo libro dagli scaffali. Libro in cui elogiava il metodo italiano per combattere la pandemia. Peccato per il tempismo: il libro è uscito proprio nel pieno della seconda ondata Covid. Ora, con l'arrivo di Mario Draghi e il depotenziamento della precedente linea di comando anti-virus, Speranza è fermo in panchina. Al massimo viene mandato avanti per illustrare le misure del Dpcm in conferenza stampa.
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La solitudine di Speranza, comunque, è anche politica. Il progetto del suo partito, Liberi e Uguali, è naufragato con la scissione di Sinistra italiana. Per lui, inoltre, sembra difficile anche un rientro nel Partito democratico, in preda a non pochi tormenti interni nell'ultimo periodo. Tra l'altro, come riporta il Giornale, l'isolamento sarebbe totale se venisse messo da parte il progetto di alleanza organica tra Pd e M5s. A peggiorare il quadro anche il ruolo di leader che Giuseppe Conte potrebbe ricoprire nel Movimento. Stando ad alcuni beninformati, infatti, Speranza avrebbe potuto aderire a un partito fondato dall'ex premier sulla scia della popolarità che li ha accompagnati durante la prima ondata.