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Coronavirus, scuole chiuse anche in zona gialla con 250 contagi ogni 100mila abitanti: Draghi più "severo" di Conte

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E meno male che si era parlato di 'cambio di passo', di 'nuova pagina' nella gestione della pandemia... Perché, oggi, martedì 2 marzo, tocca apprendere che la cabina di regia riunita a Palazzo Chigi - presenti, oltre al premier, i ministri Roberto Speranza (Salute), Maria Stella Gelmini (Affari regionali), Daniele Franco (Economia), Patrizio Bianchi (Scuola), Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico), Dario Franceschini (Cultura), Stefano Patuanelli (Politiche agricole), Elena Bonetti (Famiglia) e i rappresentanti del Cts - ha accolto il contestatissimo parametro proposto dal Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute circa la chiusura delle scuole e la ripresa della didattica a distanza nelle regioni gialle e arancioni in cui si registrino oltre 250 casi di Covid ogni centomila abitanti.

Un segnale inquietante di come anche il nuovo governo di Mario Draghi sia orientato a prostrarsi alle indicazioni dei tecnici, al di là di valutazioni e proclami politici. Come quello del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, il quale appena 24 ore fa aveva alzato la voce per dire che le scuole sarebbero rimaste aperte, laddove lo fossero stati anche i negozi. Un proclama condivisibile o meno (la Lega, ad esempio, ha espresso la sua contrarietà a 'legare' la chiusura dei negozi a quella delle scuole, o viceversa), ma che in ogni caso esprimeva chiaramente la posizione politica, se non del governo, almeno del ministro competente. Il quale, oggi, è stato puntualmente affossato un po' come era accaduto tante volte alla sua predecessora Lucia Azzolina.

Passa dunque il principio in base al quale le scuole chiuderanno per almeno sette giorni non solo nelle regioni rosse, ma anche in quelle arancioni o gialle in cui si registrino oltre 250 casi di Covid ogni centomila abitanti. Non solo: il provvedimento può scattare anche all'interno di singole province o di singoli comuni, per decisione dei sindaci, laddove si registrino casi di contagio proporzionalmente comparabili sulla base del numero di abitanti.

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