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Mario Draghi al primo Consiglio europeo, alza subito la voce sui vaccini: cambio di registro rispetto a Conte e Arcuri

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Al suo primo Consiglio europeo, Mario Draghi alza subito la voce. Dopo il giro di telefonate con i "colleghi" Angela Merkel ed Emmanuel Macron, rispettivamente cancelliera tedesca e presidente francese, l'ex governatore della Bce ha sottolineato la necessità di accelerare sui vaccini. Per "rallentare la corsa delle mutazioni - ha osservato - occorre aumentare le vaccinazioni", con "un'azione coordinata a livello europeo, rapida e trasparente".

 



Insomma, non si può andare divisi su un tema così determinante per la salute ma pure l'economia dell'Eurozona. Una bella strigliata anche alla deficitaria linea fin qui seguita dalla Commissione europea presieduta da Ursula Von der Leyen e ai contratti con le aziende farmaceutiche che non mettono a riparo dalle mancate forniture del siero.

 

 



C'è la "possibilità di dare priorità alle prime dosi alla luce della recente letteratura scientifica", ha rimarcato il neopremier che poi ha auspicato una linea dura dell'Unione europea, appunto, sulle società inadempienti. "Le aziende che non rispettano gli impegni non dovrebbero essere scusate", le parole del premier Draghi. Che ha inoltre sollecitato un approccio comune sui test e a un coordinamento per l'autorizzazione all'export: "Non dovremmo esportare farmaci come i vaccini anti Covid, quando non ce ne sono così tanti disponibili nell'Ue". Un bel cambio di registro rispetto al motivetto di Giuseppe Conte e Domenico Arcuri, in stile "portate pazienza".

 

 

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