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Luigi Di Maio ci crede ancora: "M5s, la trasformazione è completa. Giuseppe Conte? Il leader forte che manca"

Luigi Di Maio  

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Luigi Di Maio ha gonfiato il petto nell’ultima intervista rilasciata a Repubblica, offrendo la visione di un Movimento 5 Stelle che sembra fare un po’ a pugni con la realtà. È innegabile che i grillini siano sempre più deboli nei numeri parlamentari e in quelli dei sondaggi,  tanto da aver bisogno di aggrapparsi a questa fantomatica transizione ecologica per aver qualcosa da rivendicare con orgoglio, dopo aver tradito tutto ciò in cui credevano. Non a caso le defezioni all’indomani del voto di fiducia a Mario Draghi sono state tante, con il M5s che sembra sempre più avviato all’irrilevanza rispetto al 33% con cui era entrato in Parlamento nel 2018 con l’obiettivo di aprirlo come una scatoletta di tonno. 

 

 

E invece ne sono stati risucchiati, diventando un partito a tutti gli effetti e pure peggiore di molti altri. Ma se lo chiedete a Di Maio, come ha fatto Repubblica, il Movimento è “cresciuto, maturato. Questo governo rappresenta il punto di arrivo di un’evoluzione in cui i 5 Stelle mantengono i propri valori, ma scelgono di essere finalmente e completamente una forza moderata, liberale, attenta alle imprese, ai diritti e che incentra la sua missione sull’ecologia”. Il ministro ha parlato apertamente di “nuovo inizio” e ha definito inevitabile la scissione degli scorsi giorni: “È evidente che lo spazio per i nostalgici dell’Italexit è scomparso da tempo. Puntiamo agli Stati Uniti d’Europa, a un progetto ancorato a determinati valori in cui gran parte del M5s e degli italiani si riconoscono”. 

 

 

Inoltre Di Maio ha anche tirato per la giacchetta Giuseppe Conte: “Sarei veramente felice di un suo passo avanti dentro il M5s. Il Movimento è ora su una linea moderata, atlantista, saldamente all’interno dell’Ue. Questa evoluzione si può completare con l’ingresso di Conte. L’ex premier, che ha rappresentato questi valori, metta la parola fine alle nostre ambiguità e ai nostri bizantinismi. Se si sta parlando di far entrare Conte - ha chiosato - significa che a un anno da quando ne ho lasciato la guida il Movimento ha realizzato che senza una leadership forte non si va da nessuna parte”.

 

 

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