Carlo Nordio, l'assist a Giorgia Meloni: "Se si tocca la giustizia penale, la maggioranza si spacca"
Carlo Nordio, ex procuratore generale di Venezia, protagonista di inchieste storiche, da Tangentopoli al Mose, analizza l'attuale situazione politica e in particolare si sofferma sulla riforma della giustizia. In particolare sul rinvio della riforma della prescrizione al 2023, emendamento alla Camera di Fratelli d’Italia, la maggioranza si è spaccata per la prima volta: M5s e Pd hanno votato contro, Lega, Forza Italia e Italia Viva si sono astenuti: "La giustizia penale è un campo minato per il governo Draghi finché si tocca la giustizia civile, tutto bene. Ma su quella penale si rischia. Annullare la riforma Bonafede sarebbe stata un’insopportabile umiliazione per i grillini", spiega Nordio in una intervista a Italia Oggi.
Nordio inoltre analizza il vulnus che divide l'attuale maggioranza, fornendo anche un possibile assist a Fratelli d'Italia, l'unica forza politica all'opposizione: "L’azione penale dovrebbe essere obbligatoria, in realtà non è nemmeno discrezionale: è arbitraria. Nel senso che dipende dai singoli Pm tirar fuori dal cassetto i fascicoli quando vogliono, e purtroppo, come sapevamo benissimo, ma come ha confermato Palamara, talvolta anche in funzione di obiettivi politici. Per questo è interessante vedere non solo come un processo finisce, ma anche come nasce. Ma per fare questo servirebbe una profonda revisione costituzionale, e superare le robuste difese corporative di alcuni colleghi", spiega Nordio.
Infine il consiglio di Nordio su cosa dovrebbe concentrarsi il governo Draghi: "In prima battuta risolvere la crisi sanitaria: dotarsi al più presto dei vaccini necessari, elaborare un piano di distribuzione effi ciente e razionale, e magari evitare i dissennati provvedimenti last minute del governo precedente. Contemporaneamente, o subito dopo, affrontare la crisi economica. Come direbbe De Gaulle, un vasto programma", conclude l'ex pm.