Matteo Salvini, l'ombra della zona arancione in tutta Italia: "Basta con allarmi e paura". Terrorismo mediatico, è il "metodo Conte-Speranza"?
"Zona arancione in tutta Italia?". Matteo Salvini legge le notizie che stanno filtrando nelle ultime ore e non può celare la sua perplessità. "Basta con gli annunci, gli allarmi e le paure preventive che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, se ci sono zone più a rischio si intervenga in modo rapido e circoscritto, si acceleri sul piano vaccinale ma non si getti nel panico l’intero Paese". Parole pesanti, perché a differenza di qualche giorno fa, oggi il leader della Lega è un esponente di spicco della nuova maggioranza che ha dato vita al governo di Mario Draghi.
Un'adesione coraggiosa (e rischiosa) nata da un presupposto: ribaltare il "metodo Conte", che nella lotta all'epidemia si traduce nel tandem "Conte-Speranza". Il premier non c'è più, ma il ministro della Salute Roberto Speranza è stato confermato, così come il suo consigliere Walter Ricciardi (da mesi uno dei teorici del lockdown come unica arma da usare, e pazienza se a morire sarà l'economia del Paese) e soprattutto i membri del Cts, il comitato tecnico-scientifico che di fatto suggeriva, suggerisce e suggerirà le contromosse a Palazzo Chigi.
Su quest'ultimo punto, pare certo che Draghi non si distaccherà di molto dal modus operandi di chi lo ha preceduto, e da qui forse l'inquietante sospetto di Salvini sulle voci (filtrate, probabilmente, proprio dagli esperti del Ministero) che parlano di una zona arancione estesa a tutte le regioni (l'ultima ordinanza firmata da Speranza, che entrerà in vigore da domenica 21 febbraio, la limita a tre sole regioni, Emilia Romagna, Campania e Molise, lasciando però libertà agli altri governatori di inasprire le misure secondo quanto ritengono opportuno). "Il diritto alla salute - chiosa l'ex ministro degli Interni - viene prima di tutto e rispettiamo le indicazioni della comunità scientifica, non le anticipazioni a mezzo stampa di lockdown ingiustificati e generalizzati".