Vincenzo Sofo lascia Matteo Salvini e Lega per i Conservatori: "Governare con la sinistra? Non mi fido"
Vincenzo Sofo, calabro-lombardo europarlamentare e compagno di vita dell'enfant prodige di casa Le Pen, Marion Maréchal, è il primo leghista a dire no a Draghi. Per questo motivo ha scelto di lasciare il Carroccio e di navigare verso i conservatori di Ecr guidati, a livello internazionale, da Giorgia Meloni. Guarda caso l'unica ad aver rifiutato il governissimo.
Sofo, ha infranto il celebre unanimismo della Lega.
«È un problema che non mi sono posto. Ho preso questa decisione non in funzione anti-Lega ma per coerenza. Ho sempre avuto due capisaldi: la necessità di fermare la deriva di questa Ue, raddrizzandone la direzione nell'ottica di un'Europa delle patrie, e quella di impedire l'affermarsi in Italia di un pensiero unico nel nome del cosiddetto centrismo».
Eppure il Carroccio ha festeggiato il nuovo premier per il suo impegno contro l'austerity nel Recovery fund...
«Non sono molto convinto di questa narrazione. Lo stesso Monti ha elogiato l'arrivo di Draghi motivandolo col fatto che serve a fare le riforme rigoriste che nessun partito ha il coraggio di intestarsi. D'altro canto la Ue ha reso ben chiaro che poi arriverà il momento in cui bisognerà affrontare il tema delle condizionalità. E dubito che Renzi, Zingaretti e Di Maio saranno lì a difendere la nostra sovranità».
Lei è stato fra i primi ad abbracciare la svolta nazionale di Salvini. Perché quella europeista non va bene?
«Ho sempre difeso la dimensione patriottica europea e sono stato tra i primissimi a destra a dire che avremmo dovuto accettare la sfida del Recovery. Ma per farlo serve un governo convinto che la nostra Europa non possa essere un mero spazio commerciale o un parco giochi per lobby immigrazioniste e Lgbt».
Il leader della Lega le ha augurato buona fortuna. Ha ribadito però che quella su Draghi «è una scelta d'amore per il Paese».
«Non metto in dubbio il fatto che Salvini abbia compiuto questa scelta pensando che sia la migliore per il Paese, mi auguro anzi davvero che riuscirà a influenzare questo esecutivo. Il problema è che non mi fido dello spirito patriottico degli altri partner».
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Ha affermato di avere già le idee chiare su cosa fare: direzione Ecr. Il capodelegazione di FdI a Bruxelles, Carlo Fidanza, si è dichiarato entusiasta di questa decisione.
«Mi fa molto piacere, i conservatori europei possono diventare un punto di riferimento per la costruzione di un'offerta politica di destra di governo del futuro del nostro Continente».
Il "no" della Meloni al governissimo ha attivato un dispositivo?
«Ho apprezzato molto il coraggio avuto dalla Meloni, scelta che evita a milioni di italiani di restare orfani di qualcuno che ne ne interpreti il malessere per questa operazione imposta dall'alto. Per il momento mi concentrerò nel lavoro per il Sud, rimasto escluso dal dibattito politico. Poi valuteremo i passi futuri».
Cosa ha detto la sua compagna Marion della scelta?
«Diciamo che, da buoni sovranisti, tendiamo a non interferire l'uno nelle scelte dell'altro».