Matteo Renzi, il retroscena di Minzolini: "Sciolgo Italia Viva", obiettivo-grande centro e i timori di Giorgia Meloni
“È chiaro che a questo punto il futuro non sarà Italia Viva. Dobbiamo anche essere pronti a scioglierla in qualcosa di più grande”. È questo il ragionamento che Matteo Renzi ha fatto ai suoi fedelissimi, ai quali ha spiegato all’ombra del governo di Mario Draghi i tempi sono maturi per tentare di creare un’area riformista, liberal democratica. Fondamentalmente un “grande centro”, come lo ha definito Augusto Minzolini nel suo retroscena sul Giornale. “Io immagino un soggetto politico che interpreti il partito di Macron in Italia - sono le parole attribuite a Renzi - io sono disposto pure a fare un passo indietro, se serve. Proprio per questo Italia Viva non è il punto di arrivo ma lo strumento per avviare questo processo di europeizzazione della politica italiana”.
Ma perché i tempi sarebbero maturi per un “grande centro”? Lo ha spiegato sempre Renzi, riferendosi a ciò che è avvenuto nel mondo negli ultimi mesi: “Questa trasformazione ha avuto impulso dalla vittoria di Biden negli Usa. E avrebbe un’ulteriore spinta se Macron vincesse ancora in Francia. È ovvio che un’operazione del genere sarebbe più agevole con una legge elettorale proporzionale, ma a me piace anche il maggioritario”. Secondo Minzolini i destinatari di questo messaggio sono principalmente la Bonino, Calenda, la Carfagna e quella parte di Forza Italia che ha origine nei Popolari.
Ma non è tutto, perché l’editorialista del Giornale ha dedicato un passaggio anche a Giorgia Meloni, che ha avuto il coraggio di rimanere all’opposizione non votando la fiducia al governo di Mario Draghi: la proposta dell’intergruppo in risposta a quello formato da Pd, M5s e Leu è però stata accolta con freddezza dal resto del centrodestra e in particolare da Fi. “È il primo segno di debolezza di Giorgia, ma col cavolo che lo facciamo”, ha confidato Andrea Cangini a Minzolini. La Meloni però potrà cavarsela benissimo anche da sola all’opposizione, dove potrà intercettare il malcontento che salirà nei confronti del governo Draghi una volta terminata la luna di miele iniziale.