Matteo Salvini e la replica a Mario Draghi: "L'euro? Lasciamo le dissertazioni agli accademici"

mercoledì 17 febbraio 2021
Matteo Salvini e la replica a Mario Draghi: "L'euro? Lasciamo le dissertazioni agli accademici"
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"La Lega c'è", ma "l'euro non è tema di attualità oggi". Matteo Salvini commenta così il discorso di Mario Draghi. Il neo premier in attesa di fiducia ha detto al Senato che "sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro". Un riferimento alle parole del leader leghista che, al contrario, aveva affermato che di "irreversibile c'è solo la morte". Per l'ex ministro le priorità sono altre. “Più salute e meno tasse, più rimpatri e meno burocrazia, più cantieri e meno sprechi, responsabilità e rispetto nei confronti delle future generazioni, orgoglio di essere italiani - le elenca tutte, una a una -. Ottimo punto di partenza, nel nome dell’efficienza, della trasparenza e del cambiamento. La Lega c’è”, conclude ribadendo il sostegno all'ex presidente della Banca centrale europea.

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"Qualcuno ora in tv si domanda se l'euro ci sarà per la storia dell'uomo? No, pensano alla salute - prosegue alle telecamere di SkyTg24 - lascio agli accademici le dissertazioni sull'euro". In poche parole l'ex ministro preferisce stare "sul concreto, lascio ad altri la filosofia. Questo mi porto dietro dal discorso di Draghi. Lasciamo ad altri le dissertazioni di principio sulle monete", ribadisce il leader della Lega.

Anche sul tema Europa Draghi sembra avere le idee chiare: "Nei nostri rapporti internazionali questo governo sarà convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia: Unione europea, Alleanza Atlantica, Nazioni Unite. Ancoraggi che abbiamo scelto fin dal dopoguerra, in un percorso che ha portato benessere, sicurezza e prestigio internazionale. Profonda è la nostra vocazione a favore di un multilateralismo efficace, fondato sul ruolo insostituibile delle Nazioni Unite". Idee condivise dal Carroccio che si definisce "garanzia di un’Italia che produce, che vuole crescere, che vuole costruire, che vuole innovare". E dal suo leader che si dice "contento di non aver lasciato alla sola sinistra la gestione del governo in un momento così delicato per l’Italia. Non vedo l’ora che la squadra sia al completo".

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