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Giancarlo Giorgetti, "guardate dove si è seduto". Governo Draghi, "filo direttissimo": la Lega asfalta Pd e M5s?
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Non è affatto passata inosservata la disposizione dei posti della nuova squadra di governo formata da Mario Draghi. Alla destra del presidente del Consiglio sedeva Giancarlo Giorgetti, alla sua sinistra Stefano Patuanelli: davanti i tecnici con Garofoli in mezzo. “Anche la scelta dei posti dice qualcosa”, ha sottolineato Claudio Borghi, deputato della Lega che ha poi inviato un messaggio alla base dei “duri e puri” del partito che già aveva iniziato a contestare il passaggio sull’irreversibilità dell’euro: “Ma davvero c’è qualcuno che pensa che Draghi avrebbe potuto esordire dicendo che l’euro salterà?”.
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Un appunto che non fa una piega, ma d’altronde Matteo Salvini sapeva bene a cosa andava incontro decidendo di sostenere il governo dell’ex presidente della Bce: “Questo governo nasce nel solco dell’appartenenza del nostro Paese come socio fondatore, all’Unione europea - ha sottolineato Draghi in Senato - e come protagonista dell’Alleanza atletica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori”. “Sostenere questo governo - ha aggiunto - significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione”.
Draghi ha messo in chiaro che “nell’appartenenza convinta al destino dell’Europa siamo ancora più italiani, ancora più vicini ai nostri territori di origine o residenza”. Per il nuovo premier dobbiamo essere “orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea. Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine”, ha chiosato Draghi.
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