Walter Ricciardi, l'affondo di Francesco Storace: "Davvero nessuno lo paga? Roberto Speranza risponda, attendiamo da un anno"
"Walter Ricciardi sono mesi che semina ansia dal teleschermi. E se anche dicesse le cose più giuste, il gradimento è comunque a livello rasoterra. Non si può sollecitare a ritmo quotidiano o settimanale il lockdown per uscire dalla pandemia. Ci portiamo appresso il virus da un anno ormai, abbiamo subito anche le reclusione domiciliare ed è insensato continuare a farci del male". Così Francesco Storace, dalle colonne del Tempo, boccia il consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo le ultime polemiche. "Da uno scienziato ci aspettiamo qualcosa di più che fosche previsioni per via catodica. Se fa il consulente del ministro, ne parla a chi lo ha nominato e non alla pubblica opinione", è il suggerimento dell'ex senatore di An.
Ricciardi ha tentato anche la carriera politica: oggi fa il responsabile sanità di Azione di Carlo Calenda. Ma nel 2013 si candidò Mario Monti e la sua Scelta Civica, senza essere eletto. Inoltre, ricorda Storace, "ad oggi non sappiamo neppure se sia reale la mancata retribuzione come consulente del ministro. Dice che sia gratuita la sua collaborazione. Così come non percepirebbe compensi tutte le volte che compare in televisione. La domanda diventa: ma davvero nessuno paga il professor Walter Ricciardi per le sue prestazioni al di fuori del suo lavoro abituale?", chiosa Storace.
Il riferimento è anche ad una iniziativa che da mesi sta portando avanti una deputata della Lega, Laura Cavandoli. La quale ha chiesto proprio al ministro Speranza sul ruolo di Ricciardi al dicastero. Mai avuto risposte. Ricciardi era stato nominato presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss) nel 2015 dal governo Renzi, e poi rassegnò le sue dimissioni, a inizio 2019, qualche mese prima della fine del suo incarico. Si era parlato di un presunto conflitto di interesse per aver collaborato con alcune società di lobbying nel settore farmaceutico in materia di vaccinazioni. "La pronta pubblicazione dell'incarico a lui conferito, del suo curriculum vitae e del suo compenso sarebbe, quindi, un importante atto di trasparenza e un utile chiarimento per tutti i cittadini italiani in questa fase, anche per calmare le polemiche che continuano a circolare sul suo nome", ha spiegato la Cavandoli .