Sergio Mattarella, voci dalle sacre stanze: spunta l'ipotesi di una "breve proroga" del suo mandato al Colle
I ministri del nuovo governo Draghi sono frutto di una mediazione. Questa volta tra il premier e Sergio Mattarella. Niente interferenze dei partiti. Che anzi sono stati avvisati all'ultimo. A dire la sua, vista la portata e le difficoltà che dovrà affrontare Mario Draghi, il capo dello Stato. La Stampa parla addirittura di un diktat: Luciana Lamorgese e Lorenzo Guerini devono restare. Da qui la conferma del ministro dell'interno e quello della Difesa. Non solo. Sua anche la decisione di portare Marta Cartabia alla Giustizia. Frutto, questo, di una grande stima coltivata in passato.
Quando l''attuale presidente della Repubblica e la neo-ministra sedevano insieme alla Corte costituzionale. Tutte le altre designazioni sono arrivate da Draghi, il quale ha puntato su una squadra dove alle donne (8 su un totale di 23 dicasteri) è garantita un'appena dignitosa presenza, e ai cosiddetti tecnici viene affidata l'intera gestione del Recovery Fund. Chi è stato testimone della nascita del nuovo governo assicura che Mattarella ha dedicato gran parte delle sue energie non ad approfondire personalmente gli aspetti di ingegneria giuridica dei due nuovi dicasteri, quello per la Transizione ecologica e l'altro del Turismo, destinato a tornare autonomo dai Beni culturali. Non è un caso poi che tra i ministri spuntino volti alquanto moderati.
Nonostante questo la missione non sarà semplice. Mattarella lo sa bene, tanto da voler fare di tutto per facilitarne il cammino. Ecco perché - spiega ancora il quotidiano La Stampa - nei palazzi della politica già circola l'ipotesi che, pur di non lasciare il governo dell'emergenza senza uno scudo, Mattarella possa accettare una breve proroga, fino a fine legislatura. Anche se al momento il capo dello Stato sembra essere del tutto contrario.
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