Silvio Berlusconi, il tentativo con Mario Draghi sui nomi dei ministri: "Ti invio una cartellina", "No grazie"
Il silenzio di Mario Draghi tiene in apprensione tutti i partiti, ormai convinti che fino all’ultimo resteranno al buio per quanto concerne i nomi che formeranno la squadra dei ministri del nuovo governo. In questi giorni di consultazioni l’ex presidente della Bce non si è fatto strappare di bocca neanche un nome, mentre si è dimostrato sempre disponibile all’ascolto sui programmi: la sintesi però spetterà soltanto a lui, magari giusto con l’ausilio di Sergio Mattarella che gli ha conferito l’incarico per la formazione di un esecutivo di “alto profilo”.
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Augusto Minzolini nell’edizione odierna del Giornale ha anche svelato un retroscena sull’incontro alla Camera tra Draghi e Silvio Berlusconi, con quest’ultimo che ha provato invano a sondarlo: “Caro presidente - gli avrebbe detto il Cav - poi casomai ti inviamo una cartellina con dei suggerimenti, con qualche consiglio sulle persone”. Draghi non avrebbe battuto ciglio e avrebbe risposto con un sorriso: “Davvero grazie, mandate tutto ciò che volete, lo leggerò, ma alla fine sarò io a decidere”.
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Sempre Minzolini ha scritto di uno sfogo telefonico che avrebbe visto Matteo Salvini protagonista con Matteo Renzi: “Io al governo ci andrei, pure volentieri. Ma se poi mi dicono che non è proprio il caso, non posso certo accettare che il numero uno del Pd entri e il leader della Lega no. E lo stesso discorso vale per Speranza, il leader di Leu è lui, o no?”. Secondo l’editorialista del Giornale Renzi gli avrebbe dato ragione, ma d’altronde Zingaretti - che aspirava a un ministero - ha capito la situazione decidendo di fare un passo indietro.