Paolo Mieli a PiazzaPulita: "Alessandro Di Battista, il dittatore del M5s. Ecco quando tornerà a farsi avanti"
Che cosa significa l’addio di Alessandro Di Battista al Movimento 5 Stelle? È l’interrogativo che Corrado Formigli ha posto a Paolo Mieli, ospite nello studio di La7 di PiazzaPulita. “Di sicuro non creerà problemi al governo di Mario Draghi, ma sia Dibba che Giuseppe Conte si sono messi di riserva perché pensano che prima o poi le elezioni arriveranno”, è stata l’analisi dell’editorialista del Corriere della Sera, che ha poi aggiunto: “Il M5s è l’unico partito che ha un gruppo dirigente di riserva solido. Conte ufficialmente non ne fa parte, però io sono malizioso e lo vedo come il Prodi dei 5 Stelle”.
E Di Battista invece? “Lui è il loro dittatore, quello che in caso di tracollo della leadership è pronto a farsi avanti. Tra l’altro per la prima volta si è espresso in maniera alternativa a Beppe Grillo, che in questo caso si è speso molto per il governo Draghi”. Non riuscendo però a convincere uno sponsor del calibro di Marco Travaglio della bontà dell’operazione, dato che il direttore del Fatto Quotidiano ha espresso un giudizio molto severo da Lilli Gruber a Otto e Mezzo.
“Per i 5 Stelle è più grave andare al governo con Berlusconi che con Salvini”, ha dichiarato Mieli ricordando che il Cav rappresenta tutto ciò che il Movimento ha sempre combattuto: “Alla fine con il leghista ci sono stati per un anno e anche il Fatto ha difeso ciò che accadeva nel Conte uno. Berlusconi, invece, è una questione identitaria forte, è colui il quale ha caratterizzato la seconda Repubblica e anche gli anni in cui si è sviluppato il M5s”.
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