Mario Draghi, "presenterà i ministri al buio": il silenzio che spaventa tutti i partiti
I partiti che sosterranno Mario Draghi ormai sono convinti che la lista dei ministri fino all'ultimo resterà al buio. Il silenzio agita i partiti e fa tremare i ministri uscenti, in particolare quelli che sperano di avere ancora qualche chance. "Per ora a noi non risultano telefonate", rivela un big dei 5 Stelle. Stessi pensieri arrivano anche da altri esponenti dei partiti che si apprestano a votare il nuovo governo. L'ultima incertezza l'ha tolta il voto di Rousseau, con il 59,3% dei votanti che ha dato il via libera all'ascesa dell'ex numero uno della Bce verso Palazzo Chigi.
Draghi in serata è arrivato alla Camera dove ha appreso del voto favorevole della piattaforma Rousseau. Ma già era molto fiducioso, "la carta di ieri, con l'ok al ministero della transizione ecologica chiesta da Grillo e giocata via associazioni ambientaliste è un colpo da vero maestro", ha spiegato un ministro uscente. Il premier incaricato continua a restare muto: nulla si sa sui tempi della salita al Colle e dell'insediamento del nuovo esecutivo.
La tensione è palpabile, "mentre il totoministri impazza e le telefonate rimbalzano tra i big di partito: 'niente?, niente', la domanda che tutti ripetono. E con un altro tormentone che sta agitando i partiti: le cosiddette quote rosa", scrive l'AdnKronos. Ma ormai manca veramente poco: le prossime tappe prevedono infatti che il presidente del Consiglio incaricato si rechi al Quirinale per sciogliere la riserva, presentare la lista dei ministri in modo da procedere con il giuramento e poi con il voto di fiducia in Parlamento. Di certo c'è che non salirà stasera al Quirinale, qualcuno lo aveva ipotizzato visto il risultato positivo dalla piattaforma Rousseau, ma non sarà cosi. Ultima notte a limare programma e lista dei ministri, all'oscuro degli stessi partiti che lo appoggiano: sta per iniziare l'era Draghi.