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Davide Casaleggio e il voto su Rousseau: "Il quesito? Scelto da Vito Crimi. Se temo la scissione? Spero votino in tanti"

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In attesa dell'esito del voto su Rousseau, Davide Casaleggio mette le mani avanti. Il quesito? "Lo ha deciso Vito Crimi". Il socio fondatore del Movimento 5 Stelle si chiama fuori dopo la polemica sulla domanda "tranello". Interrogativo che lo ha visto discutere con Beppe Grillo. E ha costretto i pentastellati a rimandare all'11 febbraio, ovvero oggi, la votazione. D'altronde non è una novità che il figlio di Gianroberto Casaleggio spalleggi più per i dissidenti alla Alessandro Di Battista. "Sono contento di vedere un processo di partecipazione collettiva con oltre 100 mila persone che decideranno in che modo il M5s dovrà votare su questo governo", ha detto incontrando la stampa a Milano, davanti alla sede dell’Associazione Rousseau che gestisce il voto online degli iscritti. "È un nuovo modello di partecipazione - ha aggiunto quasi richiamando il Movimento alle origini - che ci differenzia rispetto alle altre forze politiche, che decidono con 4-5 persone in una stanza". 

E ancora: "Tutte le volte che gli iscritti vengono chiamati a decidere in modo collettivo c’è una partecipazione che unisce. È un carattere distintivo del M5s. Io spero che ci sia una grande partecipazione a questo voto". Una grande partecipazione potrebbe anche significare un "no" al governo guidato da Mario Draghi. Tra i grillini infatti non mancano i malcontenti. Da qui la più prevedibile delle domande: "Teme una scissione del M5S?". E la più prevedibile delle repliche: una non-risposta. "Io spero che ci sia una grande partecipazione a questo voto", ha concluso sfuggendo al tema più caldo e scomodo di tutti.

Proprio alla vigilia del voto un centinaio di attivisti ha preparato un documento, inviato ai parlamentari grillini, per chiedere "una presa di posizione netta" da parte degli eletti "contro la costruzione di un governo in cui, come gruppo parlamentare, non potremo mai essere determinanti": "in ogni caso -si legge nella missiva- non potremmo mai stare al fianco di chi è stato complice della prevalenza della finanza sulla politica, con chi ha realizzato le liberalizzazioni e le privatizzazioni che hanno distrutto il tessuto economico del nostro Paese, impoverendo il popolo e aumentando le diseguaglianze". 

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