Pietro Senaldi a DiMartedì: "Il sì di Salvini a Draghi? Non si può contendere l'elettorato con la Meloni"
"Ha corretto molto il tiro. Sergio Mattarella martedì scorso ha fischiato fine ai partiti, e Mario Draghi è l'unica soluzione. Salvini lo ha capito che ed è anche quello che vogliono i suoi elettori. Il leader della Lega ha anche capito che non si può contendere l'elettorato con Meloni". Così Pietro Senaldi, ospite di Giovanni Floris a DiMartedì, commenta la svolta della Lega di Salvini pro-Draghi. Il sì del Carroccio all'ex governatore della Bce è spiegato soprattutto come una richiesta da parte del Capo dello Stato.
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Intanto continuano le schermaglie politiche. Ieri Grillo aveva chiesto al presidente incaricato di escludere la Lega. La risposta di Salvini è stata perentoria: "Incredibile che si mettano veti, noi andiamo avanti". Nel frattempo in mattinata è arrivato il sì degli eurodeputati della Lega al voto sulla governance del Recovery al Parlamento Ue. Un voto che divide il fronte dei sovranisti a Bruxelles. Il gruppo di Identita' e democrazia (Id) si e' spaccato in tre tronconi tra i tedeschi di AfD che hanno votato contro e i francesi del partito di Le Pen che si sono astenuti.. Il Carroccio ha votato invece a favore come le delegazioni del Pd, M5S, Forza Italia e Italia Viva.
E i sondaggi premiano la scelta della Lega: l’ex presidente della Bce sarebbe il leader politico più popolare, con un tasso di fiducia del 60,2%. Al secondo posto con largo distacco Giorgia Meloni con il 37,8%, seguita da Giuseppe Conte che, in una settimana, avrebbe perso quasi 2 punti scendendo al 35%.
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