Mario Draghi, "così ti fot***no". Cosa sa Luigi Bisignani, un drammatico rischio
Il pericolo per Mario Draghi non è nei partiti che sta imbarcando nella sua maggioranza (quasi tutti, a eccezione di Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d'Italia), ma nei tempi che richiede questa gigantesca operazione politica. A spiegarlo a suo modo, ricorrendo ad aneddoti e voci di corridoio illuminanti, è Luigi Bisignani sul Tempo. "Draghi - scrive l'uomo che sussurra ai potenti - ricordi quello che successe a Filippo Maria Pandolfi, incaricato di formare un nuovo governo ma che dovette rinunciare a favore di Francesco Cossiga".
Se non ricordate l'episodio, eccolo qui riassunto e aggiornato ai fatti di oggi: "Il Picconatore, amico e nemico di Draghi, disse a Pandolfi: «Quando ti danno quest'incarico non devi fare un bel governo, ma un governo. Più giorni passano e più ti fot***no». Cossiga lo fece a tempi di record. Professor Draghi, stia attento, se continua nelle consultazioni perde di autorevolezza. Faccia in fretta, whatever it takes". La citazione drammatizzata (riferimento ormai "storico" al discorso sul quantitative easing dell'ex governatore della Bce) è calzante, perché Bisignani fa il tifo per Draghi ed è davvero preoccupato.
Una vita da Atlantista: perché l'americano Draghi non sarà un nuovo Mario Monti
Per il resto, il confronto tra Draghi e il suo ormai quasi predecessore Giuseppe Conte non è nemmeno da porsi, lascia intendere Bisignani. "Grazie a Renzi e a un Mattarella risvegliatosi in zona Cesarini, l'Italia avrà un governo finalmente autorevole", esordisce l'editorialista. A unire Conte e Draghi c'è solo la passione comune per la Roma. Per il resto, due mondi lontanissimi per estrazione sociale, studi, frequentazioni internazionali, preparazione, stili di vita
"La strada di Draghi è difficile, ma quanto sarà lunga?", si chiede Bisignani. "Certamente fino alla fine della legislatura, se spingerà il Parlamento verso una riforma elettorale in senso proporzionale che includa nella Costituzione l'abolizione del semestre bianco e la non rieleggibilità del Presidente della Repubblica", è la risposta. Tra le fonti d'ispirazione, conclude Bisignani, ci saranno certo gli altri governi "tecnici" della recente storia politica italiana, ma più quelli di Ciampi e Dini che quello, famigerato, di Mario Monti "che, si sa, non ha mai apprezzato".