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Beppe Grillo va da Mario Draghi col diktat in tasca: "Che ministero devi creare", ci scappa il vaffa?
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Forse Beppe Grillo è rimasto a quando Giuseppe Conte sedeva a Palazzo Chigi. Sta di fatto che il fondatore del Movimento 5 Stelle ha pubblicato sul suo blog il "programma" che presumibilmente la delegazione dei 5 Stelle presenterà a Mario Draghi, premier incaricato, tra pochi minuti durante le consultazioni a Montecitorio.
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Tra le condizioni poste dal comico, che prima dell'incontro con l'ex presidente della Bce ha parlato proprio con Conte e i rappresentanti dei parlamentari 5 Stelle, c'è la fusione dei ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico in un nuovo ministero, "per la Transizione ecologica, come hanno fatto Francia e Spagna, e altri Paesi". Un ministero, spiega Grillo, che dovrebbe avere "la competenza della politica energetica". Si ipotizza poi una riduzione dell'imposta "alle società benefit e a quelle che lo diventino". L’imposta sul reddito d’impresa dovrebbe scendere dall’attuale 24% (ora uguale per tutte le imprese) al "20% per le grandi società benefit, con più di 5 milioni di fatturato)" e al "15% per le Pme società benefit". "Se grandi società come ENEL, ENI, Barilla, etc diventassero benefit - suggerisce Grillo -, sarebbe una rivoluzione. Ad esempio Danone è una società benefit".
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Grillo vorrebbe creare anche un "Consiglio superiore per lo Sviluppo sostenibile, con pochi membri, in numero dispari tra 5 e 9, composto di personalità di altissimo profilo scientifico, nominate dal presidente della Repubblica per un lungo mandato (5-10 anni). Una specie di Corte suprema per lo sviluppo sostenibile". Infine, ultimo diktat: "Ridurre i sussidi ambientalmente nocivi (20 miliardi), calendarizzando la riduzione con urgenza. Con ammortizzatori tecnici/fiscali/sociali per le categorie svantaggiate (es. agricoltori). La Commissione europea ci dice: volete spendere i nostri 80 miliardi per ridurre l’impatto ambientale, ma state spendendo i vostri 20 miliardi con sovvenzioni che lo aumentano". Chissà cosa ne penserà Draghi.
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