“Prendere o lasciare”. È ciò che Mario Draghi potrebbe dire al Quirinale in merito alla sua squadra di governo, sulla quale non sembra avere alcuna intenzione di fare consultazioni: ha già stilato una serie di opzioni per i vari ministeri. L’indiscrezione arriva dal Corriere della Sera, secondo cui i tre dicasteri di spesa (Mef, Mise e Mit) saranno affidati a tecnici: poi dovrebbero esserci due ministri per partito, uno per Italia Viva, anche se tutto dipende da quanto larga sarà la nuova maggioranza.
Giorgia Meloni contro Giuseppe Conte: "Il suo discorso di ieri una minaccia?"
Ieri, giovedì 4 febbraio, Giuseppe Conte è sceso in piazza davanti a Palazzo Chigi. Un breve punto stampa ...Di certo c’è che più forze politiche risponderanno all’appello del presidente Sergio Mattarella, più saranno i tecnici che faranno parte dell’esecutivo, onde evitare conflitti e tensioni tra parti molto distanti l’una dall’altra. Il Corsera ha anche avviato il totoministri, mettendo però le mani avanti: al momento è impossibile sapere con certezza chi si occuperà di cosa, quindi rispetto ai nomi che attualmente circolano è probabile che ci siano più sorprese che conferme. Ovviamente c’è grande curiosità nel sapere innanzitutto se le indiscrezioni su Giuseppe Conte si concretizzeranno: l’ormai ex premier potrebbe rimanere nel governo con un ruolo diverso, in modo tale da tener buona quell’ampia parte del Movimento 5 Stelle che ha manifestato l’intenzione di non appoggiare Draghi.
Matteo Salvini, non solo Zaia e Giorgetti. Ecco chi nella Lega vuole Mario Draghi
“Se c'è una squadra all'altezza e un progetto chiaro partecipiamo assolutamente”: la prima ap...Inoltre tra Camera e Senato circolano con insistenza i seguenti nomi: Marta Cartabia potrebbe finire alla Giustizia dopo essere stata in ballo anche per il ruolo di premier, Enrico Giovannini al Lavoro, Dario Scannapieco (attuale vicepresidente della Bei) e Ernesto Maria Ruffini (vicino ad Italia Viva) in due ministeri economici. Inoltre sono emersi i nomi di Patrizio Bianchi (docente di economia industriale) per l’Istruzione e di Antonio Malaschini (ex segretario generale del Senato e già membro del governo Monti) per i rapporti con il Parlamento.