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Giuseppe Conte, il retroscena di Minzolini: mano tesa a Mario Draghi? "No, prepara la guerriglia a Palazzo"
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“I sabotatori cercateli altrove”: Giuseppe Conte, nel recente discorso da presidente del Consiglio dimissionario davanti a Palazzo Chigi, ha usato parole piuttosto accomodanti nei confronti del premier incaricato Mario Draghi: “Ieri abbiamo avuto un colloquio lungo e aperto, gli ho fatto gli auguri di buon lavoro". Poi ha assicurato di non voler essere un ostacolo alla formazione di una nuova esperienza di governo: “Io lavorerò per il bene del Paese e per la formazione di un nuovo esecutivo nell'interesse dei cittadini".
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Pare, però, che nelle retrovie Giuseppe Conte non utilizzi gli stessi argomenti e lo stesso tono. Stando al retroscena di Augusto Minzolini sul Giornale, l’avvocato del popolo sarebbe convinto di poter uscire dalla porta e rientrare dalla finestra: “Se Draghi non ha i voti, si torna al governo politico e in pista scendo ancora io”, questo il ragionamento. Ed è proprio con queste illusioni in testa che “Giuseppi, da Ho Chi Minh redivivo, sta guidando dietro le quinte la guerriglia nella giungla di Palazzo”, scrive Minzolini.
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E infatti già ieri il fedele portavoce del premier uscente, Rocco Casalino, sarebbe riuscito a ottenere l’appoggio del fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, che poi ha rilasciato questa dichiarazione: “Siamo con Conte e contro Draghi”. Un endorsement vero e proprio. E sulla stessa linea si sarebbero schierati anche i più grandi sostenitori dell’ormai fallito Conte ter. "Abbiamo perso perché la minaccia delle elezioni non è stata credibile. È necessario capire che non abbiamo bisogno di supereroi e che senza di noi non si fa niente, solo le elezioni”, si sarebbe sfogato l’ex ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Se il Conte pubblico, quindi, si è mostrato aperto all'ipotesi Draghi per il "bene del Paese", il Conte privato invece avrebbe delle idee completamente diverse.
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