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Bruno Tabacci sul tavolo del programma di governo: "Qui la Costituzione non è di casa"

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Il tavolo di confronto sul programma andrà avanti fino alle 18, dopodiché Roberto Fico salirà al Quirinale per informare Sergio Mattarella riguardo all’esito della trattativa. Tutto ormai si svolge in un clima fortemente surreale, testimoniato anche da Bruno Tabacci: “Qui non stiamo scrivendo il programma di governo, stiamo solo istruendo questo lavoro - ha dichiarato il leader di Centro democratico durante una pausa del tavolo in corso alla Camera - va bene che qui la Costituzione non è di casa, ma il programma lo decide il presidente del Consiglio incaricato con le forze di maggioranza”. 

 

 

“Lo dice anche lui!”, ha evidenziato con stupore Guido Crosetto, che in precedenza aveva condiviso l’analisi di Alessandro De Angelis. “Programmi orali e poltrone, un’esplorazione mai vista - ha scritto sull’HuffPost - saltata ogni prassi consolidata, in altri tempi c’è chi avrebbe gridato al vilipendio verso il Paese”. Infatti mai si era vista una crisi di governo che stravolgesse quanto previsto dalla Costituzione: “Da che mondo è mondo l’esplorazione serve a verificare la disponibilità su un nome da incaricare, lasciando il tema degli assetti e dei programmi all’incaricato. A maggior ragione su un premier di una maggioranza uscente che governa assieme da oltre un anno e mezzo, non su forze politiche che si stanno mettendo insieme per la prima volta”. 

 

 

Per De Angelis potrebbero bastare un paio di telefonate, invece si continua ad andare avanti con questo teatrino miserabile. Reso ancora più sconfortante dall’ultimo retroscena del Corriere della Sera, che fa ben comprendere in mano a chi siamo: nella giornata di ieri Fico avrebbe pronunciato la frase “dobbiamo parlare anche degli assetti” che avrebbe pietrificato la delegazione del Pd. “Roberto, è una prerogativa di un presidente del Consiglio incaricato discutere di assetti”, gli avrebbe ricordato Nicola Zingaretti, impaurito per quello che sarebbe potuto succedere: “Tu hai un mandato esplorativo. Se dicessi fra poco a Renzi una cosa del genere, quello scatenerebbe l’inferno. “Ah, va bene - avrebbe risposto Fico - devo aver inteso male al Quirinale”. 

 

 

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