Silvio Berlusconi, chi lo corteggia nel Pd per un "patto di legislatura": l'ipotesi prende piede
Nel Pd c'è una pattuglia che fa il tifo per Silvio Berlusconi. Quello che era il nemico di ieri, oggi potrebbe diventare il salvatore della Patria. L'uomo che riesce a unire una grande alleanza dopo i disastrosi mesi giallorossi. Capofila Giorgio Gori. Il sindaco di Bergamo, nonché ex direttore di Canale 5, è da tempo che va ripetendo: "C’è bisogno di un governo forte e autorevole, serve un allargamento della maggioranza attraverso un chiaro ed esplicito patto politico e un programma di legislatura". Ancora una volta il dem punta alla "maggioranza ampia, europeista, simile a quella che regge la commissione Ue di Ursula von der Leyen". Il tutto ovviamente con Matteo Renzi e la sua Italia Viva. Ipotesi che ora, mentre il Conte-ter sembra naufragare a causa del mancato accordo, ovviamente prende piede.
Gori è in buona compagnia. Dello stesso parere anche il deputato Claudio Mancini, ex consigliere regionale del Lazio: "Il dialogo con Forza Italia può avvenire innanzi tutto sul Recovey Plan, sulla legge elettorale e, in prospettiva, per creare le condizioni migliori per eleggere un presidente della Repubblica europeista". Da qui l'appello: "È giusto proporre un patto di legislatura intorno al quale allargare l’attuale maggioranza alle forze europeiste e anti nazionaliste". Sì Berlusconi, no Giorgia Meloni e Matteo Salvini dunque.
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La fronda a favore del Cavaliere - ricorda Italia Oggi - sta crescendo a vista d'occhio. Voce che indica una soluzione della crisi oltre l’accordo tra Pd e M5s e Iv, il senatore pugliese Dario Stefano, presidente della commissione per le politiche dell’Unione europea, che dice: "In parlamento c’è una chiara maggioranza che si compone dei gruppi che hanno eletto la presidente della Commissione Ue. È da tali forze politiche che è doveroso aspettarsi, in questa impegnativa curva della nostra storia, uno scatto di responsabilità maggiore rispetto ad altri". Anche lui cerca la "maggioranza Ursula". Ma la lista dei pro-Berlusconi è lunga. Tra questi si ricorda Dario Nardella, Enrico Borghi, il senatore Gianni Pittella (ex Psi ed ex europarlamentare). E ancora: il senatore toscano Tommaso Nannicini e il collega marchigiano Francesco Verducci. Il leader di Forza Italia potrebbe anche cedere alle lusinghe. Lui stesso, più di una volta, ha ribadito la necessità di dar vita a un governo di larghe intese. Meno convinti però gli alleati. Salvini e la Meloni a riguardo sono stati chiari: mai un governo con il Pd.