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Giorgia Meloni avverte gli alleati: "Governo istituzionale? Questa volta sarebbe difficile ricucire"

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La linea di Giorgia Meloni non cambia: c'è solo il voto dopo questa crisi di governo. "Non sarò mai in un governo con il Pd e il M5S", ha ribadito ieri dopo la consultazione al Quirinale del centrodestra unito. Solo grande rispetto per il lavoro del Capo dello Stato: "Se arriverà da Sergio Mattarella la proposta di un governo di unità nazionale la valuteremo con serenità. Ma continuiamo a pensare che non sia quello che serve all'Italia". La Meloni però non concorda con l'ultima scelta di Mattarella con il mandato esplorativo al presidente della Camera, Roberto Fico: "Non ho elementi per sindacare sulle scelte del capo dello Stato. Certo, era possibile attendersi che - per un incarico esplorativo istituzionale - si potesse ricorrere alla seconda carica dello Stato, la presidente del Senato, peraltro una donna", spiega convinta.

 

 

Tiene a ribadire quanto il centrodestra sia unito: "A dispetto di ogni lugubre previsione, il centrodestra è stato ed è compatto. Non ci siamo dilaniati, non abbiamo perso pezzi, Giuseppe Conte si è dovuto dimettere perché la sua campagna acquisti con noi è fallita. È stata una grande prova di unità, non scontata visto che la nostra richiesta è quella di andare ad elezioni. Qualsiasi governo dovesse formarsi, con Conte o senza, con questa maggioranza che si rimette assieme o con un sostegno più ampio, sarebbe un governo debolissimo".

 

 

La leader di Fratelli d'Italia, in una intervista al Corriere della Sera, ribadisce poi che il voto non è incompatibile con l'emergenza: "In Portogallo stanno votando, altrove lo si farà presto, compreso in Italia dove si terranno in primavera le elezioni per i sindaci delle grandi città. È stucchevole e poco rispettoso degli italiani il ricatto sull'impossibilità di dar loro il diritto di scegliere. Non è vero che saltano le misure urgenti se si va a votare: siamo disponibili a mettere in sicurezza il Recovery, a lavorare sul piano vaccini, a finanziare i ristori se i soldi non li spendono in altre cose inutili come i padiglioni con le primule a 400 mila euro l'uno". Lancia però un avvertimento agli alleati Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, che con sfumature diverse hanno aperto alla possibilità di un governo istituzionale: "È già accaduto che alcune forze prendessero strade diverse, poi abbiamo faticosamente ricucito. Certo, la speranza è che non accada, perché poi è difficile ritrovare la compattezza perduta", conclude la Meloni.

 

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